A poco più di un mese dal ritorno della tariffazione mensile, alcune compagnie telefoniche disattendono quanto imposto dall’Agcom. E così Altroconsumo ha segnalato la pratica dubbia di Tim e Wind che hanno mascherato i rincari o il diritto di recesso
Milano – “Dal 5 aprile la fatturazione è tornata mensile. Abbiamo ripreso a pagare 12 mensilità all’anno, senza l’obolo della tredicesima che le compagnie si erano inventate fatturando ogni 28 giorni anziché ogni mese. Ma, a distanza di qualche settimana, emergono le prime irregolarità da parte degli operatori. È il caso di Tim che, via sms ha comunicato uno sconto dello 0,4% rispetto alla comunicazione precedente e impedendo così al consumatore di capire il prezzo finale che – in definitiva – subisce una maggiorazione dell’8,2%. Wind, invece, nella sua comunicazione via sms omette la possibilità di esercitare il diritto di recesso. Per questo motivo abbiamo segnalato entrambe le pratiche scorrette ad Antitrust e Agcom“.
Inizia così la nota pubblicata sul sito di Altroconsumo che chiede alle autorità competenti di fare luce su pratiche ritenute scorrette e contro le disposizioni di legge entrate in vigore poco più di un mese. Gli operatori infatti sono tornati alle tariffe mensili, ma avrebbero voluto farlo mantenendo invariato il costo annuale per gli utenti, quindi con rincari. L’Antitrust però li ha diffidati dal farlo, sospettando che gli operatori abbiano stipulato una sorta di tacito accordo su rincari contemporanei e uguali. Così Vodafone sta differendo di mesi gli aumenti, Tim e Wind li hanno fatti subito, con caratteristiche diverse. In realtà va precisato che le compagnie telefoniche hanno ridotto l’importo dei rincari rispetto a quanto annunciato prima, dato che con il ritorno a tariffe mensili l’utente paga un canone in meno in un anno.
L’associazione dei consumatori, da sempre paladina dei diritti dei cittadini, non è comunque andata tanto per il sottile e ha puntato il dito contro due delle maggiori compagnie telefoniche.
“L’Antitrust sostiene che gli operatori si siano accordati per rincarare tutti insieme le proprie tariffe dell’8,6%. Un rincaro che le compagnie telefoniche hanno attribuito alla recente norma che le obbliga a tornare a proporre offerte con fatturazione mensile. In realtà la norma non giustifica nessun aumento che, secondo il Garante per la concorrenza e il mercato, sarebbe stato deliberatamente studiato a tavolino con un accordo tra tutti gli operatori coinvolti. Per questo motivo, nel provvedimento, il Garante ha anche chiesto l’immediata sospensione degli aumenti”, prosegue la nota.
A questo punto Altroconsumo chiede il sostegno dei cittadini per questa battaglia, dato che lo scorso febbraio il Tar ha respinto il ricorso presentato dall’Asstel e da Tim, Vodafone, WindTre, Fastweb ed Eolo contro la delibera 121 di Agcom, che ha stabilito la fatturazione mensile come unica possibilità per i gestori, anche se nel contempo ha sospeso i rimborsi automatici agli utenti per quanto pagato in più proprio per la tariffazione a 28 giorni e non mensile.