(ANSA) – GENOVA, 16 MAR – Molte gare per il Terzo Valico
ferroviario, in particolare quelle per i tunnel tra Liguria e
Piemonte, sarebbero state truccate “costantemente”. Per questo
il gup di Genova ha rinviato a giudizio oltre 30 persone. Tra
questi Pietro Salini, Ad di WeBuild (accusato di turbativa
d’asta); Giandomenico Monorchio (turbativa d’asta e corruzione),
imprenditore e figlio dell’ex ragioniere generale dello Stato
Andrea (quest’ultimo inquisito per turbativa d’asta, avrebbe
fatto da sponsor al figlio); Ettore Incalza (turbativa d’asta),
storico ‘grand commìs’ delle maxi-opere, che si sarebbe speso
per Monorchio.
Tra gli altri imprenditori figurano Stefano Perotti e Duccio
Astaldi. L’iter giudiziario sul Terzo Valico (alta velocità
ferroviaria Genova-Milano) potrebbe tuttavia infrangersi contro
lo scoglio della prescrizione, che per la stragrande maggioranza
delle contestazioni scatterà entro la metà dell’anno prossimo.
Nel mirino della procura era finito il sistema con cui venivano
smistati gli appalti da parte del general contractor individuato
dallo Stato per la realizzazione dell’opera (53 km di cui 37
sotterranei, valore superiore ai 6 miliardi). Tutto ruota
intorno al Cociv, consorzio formato in origine da
Salini-Impregilo, Società condotte d’acqua e Civ, il general
contractor, che ha gestito un fiume di denaro pubblico. A
inguaiare Salini è in particolare una telefonata con l’ex
presidente Cociv Michele Longo (anch’egli rinviato a giudizio).
Il primo chiedeva di escludere il cugino Claudio, che aveva
lasciato nel 2005 l’azienda di famiglia per crearne una autonoma
ed è poi morto in un incidente stradale, e il secondo lo
rassicurava. Salini ha rimarcato che “in tutte le conversazioni
contestate si fa riferimento ad appalti ormai non modificabili:
ci sarà modo di dimostrare la buona fede durante il processo”.
(ANSA).
Fonte Ansa.it