Foto: Sebastian Kahnert / DPA
Api
È considerato il vero è proprio killer degli alveari, quando li attacca non lascia scampo e in poco tempo annienta l’intera colonia: l’acaro della varroa, un parassita che si è affacciato nel nostro Paese da diversi decenni, ha già messo in ginocchio molte aziende agricole che hanno investito nell’apicoltura, settore in cui l’Italia primeggia. Ora arriva una possibile svolta, grazie all’idea di una giovane start up di Perugia che potrebbe sconfiggere il pericoloso nemico delle api.
La Convective Knowledge – giovane start up composta da sette fisici che ha già ottenuto alcuni brevetti per invenzione industriale – ha avuto l’intuizione di applicare all’apicoltura la tecnologia del plasma freddo, allo scopo di uccidere l’acaro senza colpire l’ape e soprattutto senza rilasciare sostanze nocive. “Parliamo della versione fredda del plasma, quindi di un gas ionizzato a temperatura ambiente che ha la caratteristica di avere le cariche positive separate da quelle negative ed e’ cosi’ in grado di uccidere i batteri senza rovinare i tessuti”, spiega Massimiliano Proietti, uno dei soci fondatori di CK.
La tecnologia del plasma a freddo viene già utilizzata da anni in diversi ambiti, da quello industriale alla medicina estetica. “Ha applicazioni nei trattamenti dei cibi e delle superfici come antibatterico – prosegue il fisico, perugino d’adozione – può essere usata, ad esempio, per trattare carne e frutta, perché non rovina le qualità organolettiche del cibo”.
Agf
Arnie
Che una delle ultime frontiere del gas freddo sia quella di sconfiggere gli acari è confermato da uno studio condotto oltremanica, dove “la Dyson, azienda inglese che produce elettrodomestici, sta testando assieme all’Università di Liverpool il plasma freddo per la progettazione di un sistema per il filtraggio dell’aria in casa, contro acari e allergeni”.
Da qui, l’idea di sperimentarne l’efficacia anche negli alveari, dopo aver raccolto le testimonianze degli addetti ai lavori in ambito agrario e entomologico. “Il nostro interesse per le api è nato per caso – racconta Proietti – abbiamo scoperto che il problema degli acari è molto sentito nel settore e abbiamo voluto contribuire in qualche modo”.
I fisici umbri – di età compresa tra i 30 e i 40 anni – sono quindi partiti dallo studio del comportamento degli acari, che attaccano le api direttamente dentro l’alveare: ne succhiano il sangue, accorciandone notevolmente il ciclo di vita, e contribuiscono alla trasmissione di malattie dentro la colonia. Per proteggere le api dal parassita i ricercatori hanno pensato di posizionare il sistema “sul telaio dell’alveare, in modo che le api siano immerse nel plasma freddo e l’acaro possa essere trattato proprio quando si trova sulla superficie dell’insetto, prima che si inserisca all’interno della larva”.
I test in laboratorio finora hanno dato risultati positivi ma adesso comincia la fase di applicazione alla realtà: la Convective Knowledge cerca partner per poter iniziare la sperimentazione direttamente negli alveari.
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