avvocatoinprimafila il metodo apf

Un paesino si è messo in vendita per salvarsi. Storia di Esino Lario

esino lario paese vendita

Esino Lario non è uno di quei borghi italiani che non hanno mai conquistato le cronache dei giornali: nel 2016 ha ospitato il raduno di Wikipedia e per un po’ i riflettori sono stati puntati su questo minuscolo comune di (quasi) 750 abitanti abbarbicato a mille metri di quota sulle prealpi lombarde. Eppure, nonostante la fatua fama, Esino Lario non sembra riuscire a sottrarsi a un destino di lento spopolamento e inesorabile impoverimento. A causa della migrazione verso le metropoli, come la cintura milanese, o comuni relativamente vicini come Lecco, nella cui provincia ricade. Ma anche per colpe che stanno altrove,

Esino Lario è uno di quei posti in cui far quadrare il bilancio non è facile perché non c’è rimasto più nessuno da tassare e lo stato, dicono qui come altrove gli amministratori, non fa nulla per dare una mano. Così l’unica soluzione è vendere. Ma vendere cosa? il Comune non ha auto blu di cui disfarsi o altri asset da mettere all’asta. L’unica è vendere tutto: baracca e burattini. A partire, racconta La Stampa,  dai propri luoghi simbolo.

Il sindaco Pietro Pensa ha lanciato il suo appello in un video su YouTube: “In questi anni Esino Lario è stato una guida e un’ispirazione per lo spirito imprenditoriale di migliaia di piccoli Comuni italiani […] Eppure, ogni giorno i piccoli comuni italiani (tra cui il nostro) sono lasciati soli a lottare contro lo spopolamento, la mancanza di fondi e la difficoltà delle istituzioni nel fornire supporto […] ecco perché – prosegue – ho deciso di prendere una posizione forte per il bene di tutti, mettendo in vendita i luoghi simbolo del Comune”. 

Il sindaco ha così annunciato l’apertura di una procedura di manifestazione di interesse non vincolante per la vendita del municipio, di piazza Caprera e della “Via Crucis”, riporta la Provincia di lecco. 

“La vita in un piccolo paese è difficile e non possiamo biasimare le persone che decidono di trasferirsi in centri più grandi” dice al quotidiano “Ma così facendo, perdiamo la ricchezza dell’artigianalità, della cultura turistica ed enogastronomica ed il valore delle tradizioni diverse che fanno dell’Italia il Paese più bello del mondo”.

“Come amministratori dobbiamo lottare ogni giorno per assicurare ai nostri concittadini di non rimanere esclusi dalle innovazioni che interessano il resto dell’Italia. Con una decisione forte metto in vendita alcuni dei luoghi simbolo del nostro paese, per poter disporre di nuove risorse economiche che ci consentano di proseguire nei progetti di sviluppo e innovazione”.

I cartelli, scrive il Corriere della sera  sono apparsi giovedì 4 aprile, seguiti da una pagina di annuncio sul Sole 24Ore: 200 mila euro per il palazzo municipale, poco di più per piazza Caprera. E chi volesse aggiudicarsi le stazioni della via Crucis dovrebbe sborsare 600 mila euro. “Compreresti un pezzo di Esino Lario?”, è lo slogan sui cartelloni-etichetta con tanto di  QRCode e rimando al sito vendesiesino.it, dove un timer marca il tempo che manca all’apertura dell’asta.

I prezzi? Tra i più vari: dai 1.250 euro per il cartello di benvenuto ai 280 euro per una panchina (ma se se ne comprano due, la terza è in omaggio. Sul serio). Le fotografie in poche ore hanno raccolto centinaia di commenti su Twitter.

Agi

Exit mobile version