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Una storia medioevale: un re, i suoi sontuosi palazzi e gli affezionati e generosi sudditi

L’incredibile descrizione, presa di peso dal Medioevo, delle condizioni in cui versa Piazza San Pietro. Feci e urina sotto il colonnato di Bernini, sporcizia e puzza che d’estate si fa insopportabile. Il sovrano che regna oltre le mura: “Resti così”

Immaginate un piccolo ma ricchissimo regno difeso da alte mura invalicabili. Immaginate un continuo flusso di sudditi che portano offerte in denaro al sovrano assoluto di questo regno, oltre a versare altre “tasse” nelle migliaia e migliaia di sedi periferiche di questo regno. Il regno, nonostante la sua limitata estensione (pochi chilometri quadrati), contiene opere d’arte universali, che si possono ammirare a pagamento. Per raggiungere il monumento più importante, un tempio immenso e preziosissimo, si attraversano portici che dal tramonto all’alba sono invasi da centinaia di senzatetto, che fanno i loro bisogni sul posto. Soprattutto d’estate il fetore è insopportabile, ma i sudditi, motivati da un forte attaccamento al sovrano o desiderosi di ammirare le bellezze del regno, si fanno coraggio e affrontano la sporcizia premendosi dei fazzoletti alle narici. Il sovrano regnante, amato da tutti in virtù o di un antico e atavico attaccamento al regno o per la sua abilità ad esibire sobri costumi di vita, pur circondato da ricchezze, non si sogna neppure di aprire le porte e di accogliere i diseredati che bivaccano là fuori, sistemandoli in strutture decorose. Né di ospitarli nell’enorme quantità di palazzi, sparsi nel mondo, di proprietà del regno. Passa comunque per buono e misericordioso, grazie anche ai suoi adulatori che, in maniera capillare e attraverso minacciosi proclami che fanno il giro del pianeta, ne esaltano le virtù attaccando ferocemente chi osa contraddire il sovrano e padrone. Questi, racconta una cronaca dell’epoca, si arrabbierebbe moltissimo se, a spese dei sudditi, si facesse pulizia intorno alle mura del regno, cancellando il degrado e la sporcizia. Nei secoli, questo resterà un mistero.

 

*La cronaca citata si può trovare ne “Il Messaggero” e la cronista è Franca Giansoldati. Eccola per intero.

 

“L’ afa che ristagna non aiuta e nemmeno l’ umidità delle piogge di questi giorni, con il sole che già alle nove del mattino infuoca il selciato e i marciapiedi attorno a san Pietro.

La puzza rende la visita turistica al centro della Cristianità una esperienza quasi tossica per via dell’ aria malsana che si avverte in certi punti. Ieri mattina bastava vedere i gruppi di turisti scaricati dai bus in via dei Corridori che, ignari dello sconsigliabile percorso, imboccavano via della Conciliazione sorpresi, in quelle poche decine di metri, da zaffate malsane e pesanti.

Odori talmente sgradevoli da costringere ad armarsi di provvidenziali fazzolettini. Gente che camminava con un kleenex premuto sul viso, sotto il naso, mentre allungava il passo cercando di transitare nel minor tempo possibile per il vicolo puteolente.

La comitive una volta uscite dalla angusta stradina in via della Conciliazione – zona più aerata e pulita – rimettevano negli zainetti i fazzolettini, dirigendosi disgustati verso la basilica.

Il varco di vicolo Rusticucci e vicolo Pfeiffer, una stradina cieca situata dalla parte opposta, sono ormai come le Forche Caudine, qualcosa di inimmaginabile nel centro della Roma cristiana, del salotto buono della città, in una delle aree più turistiche e ammirate del mondo, perennemente sotto i riflettori, eppure non per questo malsane al punto da essere oggetto di inutili quanto inascoltate proteste.

I turisti, i commercianti, gli inservienti del bar all’ angolo, gli addetti vaticani degli stabili, persino le religiose, i vescovi e i cardinali che ci abitano. Nulla da fare. Nessuno li ascolta.

Ogni mattina la musica è sempre la stessa. I portieri e gli inservienti della Sala Stampa, situata sotto i propilei, nel palazzo di via della Conciliazione a ridosso della piazza, devono armarsi di acqua e varichina per togliere un po’ di tanfo.

 L’ odore insopportabile in queste giornate di caldo è purtroppo aumentato, causato dai bisogni delle decine e decine di senzatetto che, durante la notte, si radunano in zona per ripararsi.

Una specie di bivacco a cielo aperto, pieno di cartoni, stracci e sacchi a pelo sistemati sui marmi dei palazzi, un mosaico sconclusionato e variopinto di vagabondi.

Non ci sono solo stranieri, ci sono anche italiani, qualcuno con evidenti problemi psichici. Le grate sul marciapiede dei palazzi vaticani che danno sui garage interni vengono utilizzate alla bisogna come orinatoi, mentre le fioriere in marmo come water e il risultato è che il caldo del mattino rende tutto insopportabile e disgustoso per chi è costretto a transitarvi.

 Via Pfeiffer, invece, col tempo si è trasformata in una specie di discarica con materiali ammassati uno sull’ altro. Sacchi a pelo, cartoni, coperte, borsoni di plastica, sacchi dell’ immondizia, tappetini di plastica.

 Tutto l’ occorrente per il bivacco notturno. I clochard arrivano all’ ora del tramonto, quando il flusso dei turisti comincia a diminuire fino a scomparire quasi del tutto. Poco dopo, verso l’ ora di cena, arrivano le diverse associazioni di carità che distribuiscono panini e bibite.

 Quello che invece sembra avere superato il livello di guardia è il tanfo, la sporcizia, il fetore. Nessuno però osa fiatare, nemmeno la polizia municipale, perché Papa Francesco altrimenti si arrabbierebbe.”

Le foto: da sinistra Huffingtonpost.it, Il Fatto Quotidiano, Il Secolo d’Italia

 

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