Il ministro alle infrastrutture Danilo Toninelli dice “No alle Grandi navi nel perimetro della laguna”. Un problema che interessa Venezia da tempo e in merito è sorto un Comitato contro le Grandi navi che ha avuto una risonanza mondiale
VIA LE GRANDI NAVI DA VENEZIA – «Via le grandi navi dal perimetro della laguna. Gradualmente, si dovranno portare tutti i colossi del mare fuori dal perimetro lagunare individuato con il decreto ministeriale del 1985. Il ministro Toninelli ha insistito non a caso su un turismo che deve essere realmente sostenibile. In maniera da garantire la tutela di quello scrigno di tesori che è Venezia». Lo dice oggi in una nota il Ministero delle infrastrutture. Che aggiunge “Dunque, no allo scavo di nuovi canali – rileva il Mit – mentre sì all’attracco di navi fino a 40 mila tonnellate utilizzando la stazione marittima ed eventualmente quella già pronta e mai usata di Chioggia».
COME A DIRE “ASCOLTARE IL COMITATO” – La nota conclude: «Peraltro, bisogna accertare se questo stesso limite sia davvero tollerabile. Senza considerare che il semplice tonnellaggio va sostituito con un parametro più raffinato che tenga conto non solo del peso ma di altri criteri, come ad esempio la sagoma e l’altezza degli scafi». Riguardo infine alle critiche sollevate ieri dal comitato No Grandi navi sulla presunta assenza sul tema da parte del ministero, la nota sottolinea che «bisogna ascoltare le istanze di coloro che conducono da tempo una dura battaglia per allontanare le città galleggianti da Venezia. Battaglia che questo ministero vuole portare avanti senza alcun tentennamento».
IL COMITATO E LE BATTAGLIE – Le grandi navi oggi entrano dalla bocca di Porto del Lido, passano davanti a Piazza San Marco, attraversano il canale della Giudecca e attraccano alla stazione Marittima. Nell’ultimo anno i passeggeri hanno sfiorato il milione e mezzo, contro i quasi due del 2013. Dopo l’incidente della Costa Crociere nel 2012 all’isola del Giglio sono stati introdotti dei limiti nei passaggi. Da anni il “Comitato No grandi navi” si batte contro il passaggio nel cuore di Venezia di questi “Condomini sull’acqua”, così come sono stati definiti. E la loro protesta ha avuto una risonanza mondiale, sulla questione infatti si sono schierati numerosi personaggi del mondo dello spettacolo e della cultura a difesa di Venezia dall’invasione di “colossi marini”. Da tempo l’Unesco sostiene cin modo chiaro che “Venezia è un sito a rischio. Le grandi navi contribuiscono in modo pesante a compromettere il delicatissimo equilibrio tra arte e natura su cui oggi si regge la vita in laguna”.
QUALI I MOTIVI DEL COMITATO? -Secondo il Comitato i problemi causati dalle grandi navi potrebbero essere i seguenti: gli effetti idrodinamici provocati dal transito delle navi (che al loro passaggio dislocano migliaia di tonnellate d’acqua) su un tessuto urbano antico, fragile e delicato e sull’ambiente lagunare; i rischi, tendenzialmente sottovalutati, per la salute pubblica: il traffico croceristico, infatti, costituisce a Venezia la maggior fonte di inquinamento atmosferico (dati Arpav), il tenore di zolfo del carburante usato in navigazione, ad esempio, è dell’ 1,5% (quello del diesel delle nostre auto è 1500 volte inferiore) durante la navigazione e, solo da poco, dello 0,1% all’ormeggio … il parlamento europeo, valutando che almeno 50000 persone/anno muoiono in Europa per l’inquinamento delle navi, ha votato una direttiva che imporrà dal 2020 a tutte le navi il limite dello 0,5%, mentre nel Mar Baltico e nel Mare del Nord tale limite è già oggi dello 0,1%; l’inquinamento elettromagnetico causato dai radar perennemente accesi e quello marino causato dalle pitture antivegetative delle carene.
LE SOLUZIONI IN CORSO – Le navi che attraccano pagano una tariffa per l’ormeggio al VTP (Venezia Terminal Passeggeri società privata). Da anni il Comune, già con il sindaco-filosofo Massimo Cacciari aveva chiesto al Governo un contributo sui passeggeri che scendevano a Venezia. Ma da Roma mai ci hanno sentito. L’Autorità portuale in questi mesi ha elaborato alcuni studi per portare le navi a Marghera e per capire se è plausibile l’aumento della profondità del Vittorio Emanuele. Il Comitatone per Venezia a cui partecipano enti, Governo, Capitaneria e Porto decide gli interventi di salvaguardia. Nel novembre scorso sono state individuate due soluzioni al problema: le navi più grandi saranno spostate a Porto Marghera, mentre le più piccole resteranno alla Marittima passando per canale Vittorio Emanuele e non più per San Marco.