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Via Arabia a Cosenza
Musei all’aperto, residenze artistiche, riqualificazione del centro storico, nuovi servizi di trasporto e anche una forte attenzione all’ambiente e alla raccolta differenziata. Sono queste le carte che Cosenza ha deciso di giocare per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità.
C’è molta capacità di visione e di analisi nelle parole di Mario Occhiuto, Sindaco di Cosenza. I dati raccolti dai ricercatori Fondazione Eni Enrico Mattei (FEEM) e pubblicati nel rapporto “Per un’Italia sostenibile: l’SDSN Italia SDGs City Index 2018” raccontano una città che è sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità.
Infografica – Cosenza grafico a stella
Cosa dicono i dati di FEEM
La ricerca ha misurato, per ciascuna delle città capoluogo di provincia italiane, la percentuale di attuazione delle politiche di sostenibilità così come sono state definite dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Si tratta in tutto di un percorso che punta a individuare 16 obiettivi che tengono conto di diversi indicatori economici (reddito, distribuzione, lavoro, infrastrutture, innovazione), ambientali (qualità dell’aria, acqua, rifiuti, energia sostenibile), sociali (partecipazione, cooperazione, assistenza), di salute (aspettativa di vita, obesità) e di istruzione.
L’obiettivo è quello di mettere a disposizione di amministratori, cittadini, e comunità, uno strumento che permetta di monitorare il grado di efficacia delle misure adottate e di calibrare così al meglio l’azione amministrativa e di governo delle città. “Uno strumento come questo – dice il Sindaco di Cosenza – dà sicuramente una prima informazione, che è già utile, ma a parte le informazioni su una serie di bisogni primari, che sono ben rappresentati (magari si potrebbe migliorare la scelta di alcuni indicatori), oggi la principale sfida per chi amministra una città europea è nel miglioramento della vivibilità urbana”.
Nove obiettivi su 16 raggiunti per oltre il 50%
Questo tipo di visione si riflette anche nei dati. Sono infatti nove – su un totale di sedici – gli obiettivi che sono stati raggiunti con percentuali superiori al 50 per cento. In particolare oltre all’obiettivo 13 (quello relativo alle emissioni di CO2) anche il numero 12 che invece riguarda i rifiuti. “Siamo già migliorati rispetto ai dati del 2013 – spiega il Sindaco di Cosenza -. Abbiamo più verde e stiamo costruendo un Parco del Benessere di due chilometri con giardini tematici, che lo incrementerà ulteriormente. Abbiamo istituito varie zone a traffico limitato, stiamo incentivando la mobilità pedonale riqualificando gli spazi pubblici in funzione di essa, stiamo incrementando le piste ciclabili (con la ciclopolitana arriveremo ad averne 30 chilometri), abbiamo programmi per un ulteriore sviluppo del trasporto pubblico. Riguardo ai rifiuti il nostro obiettivo a breve termine è il 70% di raccolta differenziata. Ma già nello scorso anno abbiamo raggiunto un importantissimo risultato: nella graduatoria di Ecosistema Urbano di Legambiente troviamo: Mantova, Parma, Bolzano, Trento e Cosenza. Siamo al quinto posto in Italia tra le città più virtuose, la prima al Sud, e al terzo come quantità di rifiuti prodotti. Il nostro obiettivo è di migliorare ancora, lavorando molto sulla motivazione dei cittadini in tema di rispetto per l’ambiente in cui vivono. Ovviamente è importante l’informazione, ma questa motivazione viene alimentata in maniera determinante dalla bellezza che si percepisce muovendosi in città: difficilmente si è disposti a sporcare ciò che si ammira”.
Cosa ancora non funziona
Non tutto è rosa e fiori. Alcuni indicatori mostrano infatti un livello di sofferenza e sono ancora al di sotto del 50 per cento. In particolare, spicca il numero 4 quello cioè relativo all’istruzione, ma sono sotto al 50 per cento anche gli indicatori 8 (lavoro), 9, trasporti e 10 che invece misura il grado di uguaglianza economica della popolazione. “Quello della qualità generale dell’istruzione – spiega Mario Occhiuto – è un problema nazionale, evidenziato già in altre sedi (rapporto “Strategia per le Competenze” dell’Ocse), ma c’è anche un divario tra il nord e il mezzogiorno. È un dato di per sé preoccupante, perché la società ha bisogno di cultura come di cibo, per la qualità della vita, per la democrazia, per la pace. Il problema va affrontato in primo luogo a livello nazionale, ma qualcosa si può fare anche a livello locale, attraverso un costante miglioramento dei servizi scolastici (disponibilità di aule adeguate, scuolabus, mense, aiuti economici alle famiglie bisognose, ecc.), ma soprattutto stimolando la domanda di cultura. Ed è proprio quello che stiamo cercando di fare a Cosenza, investendo nell’arte e nell’architettura, con il MAB (Museo all’aperto Bilotti), i BoCS art (residenze artistiche), i nuovi musei, le nuove piazze, il nuovo ponte di Calatrava intitolato a San Francesco di Paola, i restauri di chiese e ponti storici, ecc., investendo nella cultura scientifica, col Planetario (il secondo in Italia, dopo quello di Milano. Sarà inaugurato a marzo) e il Museo della scienza, investendo nel recupero di un patrimonio naturale come i fiumi e i loro ecosistemi. Siamo convinti che dove c’è creatività c’è sempre innovazione”.
Le politiche per il lavoro
Per il lavoro il discorso è analogo. “Fermo restando che occorre una strategia complessa a livello nazionale, qui a Cosenza – di tiene a specificare – abbiamo rivitalizzato una vasta area in centro città, che comprende corso Mazzini e aree limitrofe, dove si sono sviluppate tante attività e sono stati creati tanti posti di lavoro. Da tutta la provincia e anche dal resto della regione confluiscono ogni giorno migliaia di visitatori, per non parlare del turismo stagionale. Proprio in questi giorni abbiamo varato il Piano strategico di prodotto, accoglienza e marketing per la Destinazione Cosenza. La città in questo momento ha un’attrattività che non aveva mai conosciuto prima, e questo a partire più o meno dalla data del rilevamento, per cui quegli indicatori oggi dovrebbero essere già migliorati”. Ma ci sono ancora tanti progetti in fase di avvio. “In quanto al trasporto pubblico – spiega Occhiuto – abbiamo introdotto le circolari veloci, in corsie dedicate, abbiamo in cantiere una metropolitana leggera che collegherà Cosenza all’Università, stiamo sviluppando poli di scambio intermodali all’uscita autostradale e alla stazione ferroviaria. Intanto ci siamo sostituiti alla Regione con il servizio di trasporto pubblico, potenziando le navette “Al volo” e garantendo collegamenti rapidi con la stazione di Paola e l’aeroporto di Lamezia”.
Il nodo delle diseguaglianze
Riguardo alle disuguaglianze di tipo economico, c’è da specificare che l’area di riferimento dell’indice non è quella comunale, come per altri indici, ma si estende almeno a quella provinciale, dove c’è una maggiore incidenza media del fattore disoccupazione. “Teniamo presente – spiega Occhiuto – che Cosenza è il centro di un sistema locale che quadruplica gli abitanti residenti: ogni giorno entrano in città per motivi di lavoro alcune decine di migliaia di persone. Probabilmente su una scala comunale l’indice sarebbe più elevato, ma ciò non toglie che esistano sacche di emarginazione e di povertà, a cui cerchiamo di far fronte con una maggiore attrattività della città ed il conseguente sviluppo di nuove attività economiche. Per i casi di particolare indigenza, il Comune offre un supporto economico che, dallo scorso anno, viene erogato in forma di moneta coniata in argento, il Bruzio. È un nuovo strumento di pagamento, che sostituisce i tradizionali sussidi economici (buoni spesa), e che può essere speso solo in ambito comunale negli esercizi convenzionati. In questo modo la ricaduta economica sul territorio viene amplificata”.
Un aspetto che non convince il Sindaco Occhiuto è il risultato ottenuto in merito all’obiettivo 2, quello che misura l’accesso al cibo e la lotta alla fame. “E’ assolutamente incoerente con la realtà. Ma ciò dipende dalla scelta dei due indicatori scelti: la presenza di orti urbani e la percentuale di persone affette da obesità. Cosenza ha, come tante altre città del mezzogiorno, problemi di disoccupazione e di sottoccupazione, ma i presidi di assistenza, gestiti dallo stesso Comune e da tante fondazioni, associazioni, enti ecclesiastici, che si prendono cura dei più bisognosi, funzionano egregiamente. Probabilmente, considerando indicatori più appropriati, supereremmo l’indice dell’80%. Comunque, per restare nell’ambito degli indicatori utilizzati, gli orti urbani sono stati avviati dal Comune successivamente all’anno 2013, che è quello del rilevamento”.
Un’altra perplessità riguarda l’obiettivo numero 16 (pace, giustizia e istituzioni forti e inclusive). “Anche qui una migliore scelta degli indicatori, oltre i due utilizzati, avrebbe portato a risultati sicuramente migliori. Il primo indicatore riguarda la partecipazione elettorale. A parte il fatto che proprio nell’anno di riferimento l’affluenza alle urne è scesa sotto la soglia dell’80% per la prima volta nell’Italia repubblicana, Cosenza si è sempre caratterizzata per una partecipazione piuttosto alta nell’ambito del meridione, anche alle politiche del 2013, con il 65,3% (la più alta tra i capoluoghi calabresi), a fronte di un dato nazionale del 75,18%. Ciò significa evidentemente che il secondo indicatore, incentrato sull’efficienza dei tribunali, è particolarmente basso”.
Dalle periferie al centro storico
Al centro della strategia per migliorare gli standard di sostenibilità di Cosenza ci sono anche altri importanti interventi. “Oltre a quelli già citati – dice Occhiuto – abbiamo i progetti per la riqualificazione delle periferie e quelli per la valorizzazione del centro storico. Quest’ultimo é uno dei più grandi d’Italia, con una stratificazione che inizia dall’epoca ellenistica e prosegue ininterrottamente attraverso il periodo romano, il medioevo, il rinascimento, fino ai primi del novecento. Purtroppo nel dopoguerra si è verificato un notevole trasferimento di residenti, di attività e di funzioni, a favore della parte nuova della città, per cui è ora necessaria una rivitalizzazione e una grande opera di valorizzazione. Su questo stiamo lavorando con progetti di interventi strutturali sul patrimonio pubblico e privato, sui servizi e sulle infrastrutture; inoltre stiamo portando avanti iniziative atte a incentivare le attività economiche”.
Una attenzione particolare poi è rivolta nei confronti delle scuole. “Abbiamo realizzato progetti di ecosostenibilità con il gestore del ciclo dei rifiuti, Ecologia Oggi, rivolti ai bambini delle scuole primarie. E ancora: protocolli di coinvolgimento delle scuole di ogni grado per la riduzione di emissioni nocive, nonché un progetto di ecosistema per la realizzazione dei pannelli solari in un plesso locale e, inoltre, promuoviamo l’educazione civica sulla raccolta differenziata” ha detto il Sindaco. La prospettiva è quella di riuscire a cogliere, entro il 2030 in pieno tutti gli obiettivi definiti dall’Agenda sulla Sostenibilità. “Ci sono tutti i presupposti – conclude Occhiuto – e quella quinta posizione nella graduatoria di Ecosistema Urbano di Legambiente, dello scorso anno, lo dimostra. Dobbiamo tuttavia poter contare su buone politiche a livello centrale e a livello regionale, perché un Comune, per quanto possa diventare virtuoso, resta sempre vincolato dalle istituzioni sovraordinate”.
Infografica – Cosenza obiettivi
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