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Vie dei diritti, intitolate oggi due strade a Filippo Intili e Agostino D’Alessandria. “Uccisi perché lottarono per il rispetto delle regole, opponendosi al sistema di potere mafioso”

Palermo 29 ottobre 2019 – Vie dei diritti: il Comune di Palermo e la Cgil Palermo hanno intitolato oggi altre due strade di Palermo a due sindacalisti uccisi dalla mafia. Da oggi  via Folaga porta il nome di Filippo Intili, segretario della Camera del Lavoro di Caccamo, ucciso il 7 agosto 1952, e la via Cinciallegra (o Cingallegra)  quello di Agostino D’Alessandria, segretario della Camera del Lavoro di Ficarazzi, ucciso il 10 settembre 1945.

Alla cerimonia hanno partecipato il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, il segretario generale Cgil Palermo, Enzo Campo, il sindaco di Caccamo, Nicasio Di Cola, il sindaco di Ficarazzi, Paolo Francesco Martorana.
   “Oggi ricordiamo due vittime del sistema di potere politico e affaristico mafioso – ha dichiarato il sindaco Leoluca Orlando – per fare memoria e per interrogarci ancora oggi su cosa significhi il loro sacrificio in una realtà che è profondamente cambiata e che deve continuare un cammino di affermazione dei diritti di tutti e di ciascuno, al di fuori delle soffocanti logiche criminali e di appartenenza”.
   

Con l’intitolazione delle due strade a Intili e D’Alessandria, sono già 17  le Vie dei diritti intitolate a sindacalisti e a esponenti del movimento antimafia nel quartiere di Bonagia.   “La storia di Filippo Intili, contadino e dirigente del lavoro di Caccamo, ci ricorda quella di Salvatore  Carnevale.  Sciara e Caccamo erano vicine, i due dirigenti sindacali si vedevano e si consigliavano reciprocamente ed entrambi erano a capo del movimento che doveva difendere l’applicazione della riforma agraria – ha detto il segretario della Cgil Palermo Enzo Campo –  Lottavano per  la divisione della terra e dei   prodotti della terra ai contadini, che continuavano a non essere divisi secondo la legge.   

Caccamo era famosa per la presenza di una mafia violenta che dominava il paese. Chi, come Filippo Intili, persona tenace, si ribellava  alle condizioni che la mafia e il nuovo blocco sociale dettavano,  veniva ucciso.  La prima affermazione della legalità avviene in questi paesi lontani in cui dominava una mafia cruenta, che terrorizzava la gente.  Intili alla fine fu lasciato solo. La solitudine in cui per la prima volta venne a trovarsi un nostro dirigente sindacale,  portò la mafia alla decisione  di ucciderlo, a colpi di accetta. Il suo corpo rimase a terra, in montagna,  per due giorni.  Nel 1955 a Sciara fu ucciso anche Carnevale. Sono storie che assolutamente vanno riproposte alla memoria dei giovani e di un Paese che vive più di presente”.
 

 “Con Agostino D’Alessandria, soprastante per l’irrigazione dell’acqua, e segretario della Camera del Lavoro di Ficarazzi, ci troviamo anche in un territorio a  forte intensità mafiosa, dove la mafia comandava e controllava la gestione dell’acqua e il potere economico della società – aggiunge Campo – D’Alessandria era una persona vigorosa, che faceva rispettare le regole, conosceva quel mondo e cercava di far valere anche il diritto dei piccoli proprietari dei giardini. Questo dava fastidio, i grandi proprietari volevano che l’accesso all’acqua per loro fosse libero, e per questo venne ucciso, punito per aver  difeso i più deboli”. 
 

La strage dei dirigenti sindacali è rimasta senza colpevoli.  “I nostri tanti  dirigenti uccisi, che non hanno avuto giustizia, sono stati i partigiani della costruzione del nuovo Stato italiano, coloro che hanno contribuito a scrivere la Costituzione del nostro Paese – prosegue Campo –   Quel movimento, che   metteva avanti a tutto il lavoro, la dignità, il  rispetto delle leggi  e dei contratti, ha  contribuito a cambiare le condizioni di oggi. I familiari di Intili e di D’Alesssandria furono costretti ad allontanarsi dalla Sicilia. Con il percorso della memoria e l’intitolazione delle strade ricostruiamo l’appartenenza alla nostra organizzazione e, dopo aver chiesto anche scusa in qualche caso ai familiari,  ricomponiamo la grande famiglia della Cgil  dal punto di vista storico, sociale ma anche umano e personale”. 
 Alla cerimonia il responsabile della legalità  Cgil Palermo, Dino Paternostro, ha letto una lettera di ringraziamento inviata da Filippo Campisi, nipote di Intili, a nome dei familiari che vivono da tempo a  a Pisa e Pontedera. La famiglia di D’Alessandria si trasferì invece a Milano.

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