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VIOLENZA DONNE. MARCOLIN (CRPO): SENTENZA TORINO SCONFITTA DI CIVILTÀ

Dusy Marcolin, presidente Crpo Fvg

Dusy Marcolin, presidente Crpo Fvg

Trieste, 8 lug – “Apprendiamo dalla stampa riguardo la sentenza della Corte d’Appello di Torino che, ribaltando il verdetto di primo grado, ha assolto un giovane dal reato di violenza sessuale in quanto la vittima avrebbe provocato e indotto l’imputato ‘a osare’. Cosa vuol dire ‘invito a osare’? È davvero raccapricciante soltanto immaginare che la ragazza lo
avesse ‘invitato a osare'”.

Lo evidenzia in una nota Dusy Marcolin, presidente della Commissione regionale per le Pari opportunità tra uomo e donna (Crpo Fvg), ricordando che “l’imputato, leggiamo, ‘non ha negato di aver abbassato i pantaloni della giovane ma, secondo il giudice della Corte d’Appello, ‘nulla può escludere che sull’esaltazione del momento, la cerniera, di modesta qualità, si sia deteriorata sotto forzatura'”.

“La cerniera di modesta qualità? Non la bestialità del gesto o la violenza perpetrata? Ci auguriamo – continua Marcolin – che non finisca così anche in Cassazione, perché sarebbe una sconfitta di civiltà e una sentenza che vanifica il lavoro di tante associazioni, di tante donne e uomini che combattono quotidianamente contro la violenza sulle donne”.

“Ho personalmente e immediatamente sollecitato la coordinatrice nazionale delle presidenti regionali per le Pari opportunità, affinché intervenga presso la Commissione speciale d’inchiesta sui femminicidi. Roberta Mori, quindi, ha subito raccolto l’invito – conclude la nota di Marcolin – e ha commentato così: ‘Proviamo sconcerto ed esprimiamo profondo dissenso rispetto alle motivazioni processuali riportate dalla stampa che, se confermate, rappresenterebbero un passo indietro gravissimo per i diritti e la sicurezza di tutte le donne. Chiediamo pubblicamente alla Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio di intervenire per un accesso agli atti del processo torinese che, purtroppo, non è un caso isolato, ma uno fra i numerosi esempi di sottovalutazione e di discriminazione contro le donne, che le mette ulteriormente a rischio'”.

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