L’editoriale di Vittorio Feltri del 19 aprile faceva una previsione che prima o poi il Nord lascerà l’Italia. Il fondatore dei Sudisti Italiani spera prima. Anche perché le accuse di Feltri non sono isolate; nella pancia di gran parte dei Nordisti aleggia sempre questa convinzione, che viene più delle volte ingoiata ma rimane nel loro gozzo e, ogni tanto emerge, soprattutto quando gli scontri tra Nord e Sud si fanno sempre più accesi come in questo momento dove il coronavirus è usato come argomento di scontro e non di incontro.
Feltri afferma nel suo articolo (cito testualmente): “Monta a Milano, Bergamo, Brescia, Padova, Treviso eccetera la ribellione alla dittatura romanfoggiana. Nelle succitate zone è sul punto di maturare la volontà di mandare al diavolo la capitale e dintorni, prende corpo la minaccia di non fornire più un euro agli spreconi che amministrano male lo Stato. Il primo ad aver lanciato l’ allarme è Fedriga, governatore leghista del Friuli, il quale ha dichiarato di tagliare l’invio nella Città eterna di qualsiasi contributo. Ha talmente ragione che a lui si sono uniti subito, nel nobile intento di fottersene del governo, il Trentino e l’ Alto Adige.
Manca soltanto la Lombardia per creare una frattura tra le due Italie divise da una antipatia reciproca che si era sopita e che le polemiche sul virus hanno risvegliato in modo drammatico. Attenzione, manutengoli ingordi, a non tirare troppo la corda poiché correte il pericolo di rompere il giochino che fino ad ora vi ha consentito di ciucciare tanti quattrini dalle nostre tasche di instancabili lavoratori. Noi senza di voi campiamo alla grande, voi senza di noi andate a ramengo. Datevi una regolata o farete una brutta fine, per altro meritata”.
Quale sarebbe la brutta fine che dobbiamo fare? Per altro meritata…. come sottolinei, in maniera così spregiativa. Certo soltanto quando vuoi vendere le copie del tuo libro dici che hai vissuto da bambino in provincia di Campobasso.Non devi mai dimenticare che il Meridione ha partecipato e partecipa allo sviluppo economico e sociale del nostro Paese.
Anzi a questo punto chiamiamoli Paesi: Settentrione e Meridione. A dir la verità“I have a dream. Il Meridione una Nazione” . Ma il mio Stato non merita una povertà ancora più feroce delle tue parole: ci chiami “nemici” e affermi che non dobbiamo esagerare, perché prima o poi i bollenti spiriti bossiani rischierebbero una nuova edizione.
Scusa ma i soldi di Bossi & Co. non sono stati prelevati dalle tasche di tutti gli italiani per poi finire nelle tasche di alcuni Nordisti?
Ricorda Feltri, anche se divisi in due Stati, si vive e si deve vivere senza contrasti. Perché come disse John Maynard Keynes (1883 – 1946) non si cresce gli uni contro gli altri, ma insieme. Ma se tu lo desideri e come te sono convinto altrettante persone accetto la sfida. Facciamola questa Secessione. Ma sappi che il Sud è abituato ai sacrifici, il Nord, ne dubito!
Aurelio Coppeto
(fondatore* di Sudisti Italiani)
Agenpress