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West Nile: 5 nuovi casi a Pordenone e i contagi aumentano. I consigli dell’infettivologo

Il virus del Nilo non si arresta e dilaga, preoccupando l’Italia. Sono 5 i nuovi casi registrati e le aziende sanitarie hanno messo in moto delle misure di monitoraggio e controllo del fenomeno.

L’azienda sanitaria del Friuli ha diramato un’allerta in seguito all’accertamento di ben 5 nuovi casi di contagio a Pordenone. I pazienti, seguiti tutti dall’ospedale Santa Maria degli Angeli, sono già stati dimessi in seguito ai vari accertamenti eseguiti.

Secondo l’infettivologo Massimo Crapis: “Siamo di fronte ad un caso di gravita’ media che arriva però da una zona del Veneto Orientale già mappata per l’alta percentuale di rischio infezioni. Sino a questo momento i casi di West Nile accertati nel Friuli Occidentale, tenendo conto che la diagnosi è importantissima per escludere altre patologie, sono cinque ma potrebbero far parte della cosiddetta punta dell’iceberg: circa l’80% delle persone che vengono in contatto con il virus, di cui la zanzara è portatrice, hanno un decorso asintomatico. Il 18% presenta sintomi compatibili con l’infezione virale, mentre soltanto l’1-2% sviluppa complicazioni anche gravi che interessano il sistema neurologico. E’ pertanto possibile che i casi di contagiano siano molti di più rispetto a quelli attualmente diagnosticati.”

Il Veneto orientale e la Destra tagliamento è diventata una zona a rischio concreto, tant’è che il dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria si è già attivato per effettuare le verifiche del caso ed eventualmente procedere con azioni disinfestanti.

“Le persone infettate dal virus – spiega Crapis – risiedevano non in una zona circoscritta, ma in un’abitazione in aperta campagna. Tra l’altro le nuove direttive europee sono molto stringenti sull’utilizzo degli insetticidi, poiche’ questi vanno ad inquinare l’ambiente. Nella sostanza la vera lotta, al momento, e’ improntata contro le larve della zanzara e non sugli esemplari adulti. Come dire: attualmente questi insetti rappresentano piu’ un fastidio che un vero problema per la salute delle persone”.

Non esiste una specifica cura contro la West Nile, non resta perciò che adottare i consueti metodi di prevenzione noti quali utilizzo di spray antizanzare, zanzariere, ecc.

Data l’ondata di panico generata dall’emergere dei nuovi contagi, l’Istituto Zooprofilattico delle Venezie ha redatto un vademecum esplicativo al fine di placare gli animi e rassicurare la popolazione.

In questo documento è ben evidenziato come il virus non sia affatto una novità ma anzi sia ormai nel nostro paese da dieci anni circa, quando le migrazioni di uccelli africani l’hanno condotto fino a noi. Non c’entrano assolutamente nulla le persone che vengono dall’estero, si spiega nel vademecum, anche perchè gli esseri umani non sono portatori della malattia e dunque non possono in alcun modo divenire contagiosi.

Per tenere sotto controllo il fenomeno è stato realizzato un Piano Nazionale Integrato che regola le misure di sorveglianza e monitoraggio. In Veneto inoltre sono attive delle procedure di sorveglianza delle febbri estive oltre al posizionamento di 55 trappole per zanzare dislocate su tutto il territorio.

Per ulteriori informazioni è possibile consultare il sito dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie.

 

 

 

 

 

 

 

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