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Zingaretti è ancora indagato per le vicende di Mafia Capitale?

Zingaretti è ancora indagato per le vicende di Mafia Capitale?

Da qualche giorno sui social stanno circolando screenshot e vecchi articoli che vorrebbero il candidato alle primarie del Partito democratico Nicola Zingaretti indagato per l’inchiesta di Mafia Capitale. Si tratta in tutti i casi di articoli del novembre 2017, anche se a guardate Twitter e Facebook sono rilanciati come attuali da diverse centinaia di utenti.

La notizia è vera, ma chi la sta rilanciando in queste ore dimentica che i pm hanno chiesto e ottenuto dal gip l’archiviazione del procedimento.
 

La prima indagine

Il governatore fu iscritto nel registro degli indagati nel 2016 per due episodi di corruzione e per un caso di turbativa d’asta. Quanto alla corruzione, una imputazione faceva riferimento a presunte dazioni di denaro, destinate a uno stretto collaboratore di Zingaretti e finalizzate a sostenere le spese della sua campagna elettorale; l’altra, invece, a soldi che sarebbero stati versati per l’operazione connessa all’acquisto della sede della Provincia oggetto di una procedura di gara. Il coinvolgimento di Zingaretti, nella turbativa d’asta, invece, sarebbe stato legato alla gestione della gara per il servizio Cup bandita nel 2014 dalla Regione Lazio.

Questo filone di indagine si concluse con un nulla di fatto con la richiesta di archiviazione avanzata il 5 ottobre 2016 dalla procura e accolta dal gip Flavia Costantini il 7 febbraio 2017. Andando a cercare i lanci di agenzia di quella prima inchiesta leggiamo:
 

“La Procura di Roma ha chiesto al gip di archiviare la posizione di Nicola Zingaretti per ‘Mafia Capitale’. Il Governatore del Lazio era sotto inchiesta per due episodi di corruzione (avvenuti prima del 2011 e nel 2013) e per un caso di turbativa d’asta del 2014. Il nome di Zingaretti era stato fatto da Salvatore Buzzi negli interrogatori resi ai pm nel giugno e nel luglio dello scorso anno. I magistrati della Procura di Roma hanno svolto le dovute verifiche e preso atto che la natura ‘de relato’ di parte delle dichiarazioni rese dal ‘ras delle cooperative’, l’assenza di riscontri e la genericità di altra parte delle affermazioni di Buzzi non possono consentire di configurare alcuna ipotesi di reato (AGI)”.

Poi però il 3 novembre 2017 i giudici della decima sezione penale del tribunale che avevano firmato la sentenza su ‘Mafia Capitale’ senza riconoscere né l’articolo 416 bis (associazione di stampo mafioso) né l’aggravante del metodo mafioso (articolo 7 della legge del 1991) restituirono gli atti alla procura affinché verificasse se Zingaretti e un’altra ventina di testimoni sfilati nell’aula bunker di Rebibbia avessero reso in udienza dichiarazioni false o reticenti su alcune circostanze.

L’archiviazione

Leggiamo ancora dall’archivio:

“Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, il presidente del Consiglio della Regione Lazio Daniele Leodori, la responsabile nazionale del Pd al Welfare e Terzo Settore Micaela Campana ed altre 24 persone, sentite a suo tempo come testi al processo ‘Mafia Capitale’, come l’ex viceministro all’Interno Filippo Bubbico o Antonio Lucarelli, ex braccio destro dell’allora sindaco Gianni Alemanno, potrebbero aver reso in udienza testimonianze false o reticenti su alcune circostanze. E’ quanto sostengono i giudici della decima sezione penale del tribunale di Roma che, nelle more del procedimento che ha coinvolto, tra gli altri, Massimo Carminati e Salvatore Buzzi condannati lo scorso luglio per associazione per delinquere semplice e corruzione. (AGI)”
 

Su Zingaretti:

“A proposito di Zingaretti, il tribunale – stando alle motivazioni – scrive che “ha reso testimonianza (richiesta dalla difesa di Buzzi) escludendo radicalmente e con indignazione qualunque contatto con chiunque (Gramazio, Venafro, Cionci, Forlenza, Marotta) per la gara Cup, di cui si sarebbe occupato solo a livello di indirizzo politico nella fase della programmazione. E tuttavia tali dichiarazioni non risultano convincenti (AGI)”

La seconda indagine e la nuova richiesta di archiviazione

Lo scorso anno, però, la procura ha sollecitato l’archiviazione di Zingaretti :

“La Procura di Roma ha chiuso l’indagine nei confronti di 18 persone sospettate di aver reso falsa testimonianza al processo ‘Mondo di Mezzo’. Il procedimento, scaturito dalla trasmissione delle carte da parte dei giudici della decima sezione penale del tribunale all’indomani della sentenza su Carminati e Buzzi, chiamava in causa anche il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti e il presidente del Consiglio della Regione Lazio Daniele Leodori, per il quale pero’ i pm chiederanno presto l’archiviazione al gip (AGI)”.

Il 18 marzo prossimo sarà il gup Costantino De Robbio a pronunciarsi sulla richiesta di processo per questi 18 imputati. Nel frattempo è attesa la decisione del gip sulla richiesta di archiviazione per Zingaretti.

Twitter @arcangelo_

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