A Castiglione d’Orcia, in provincia di Siena, sulle prime propaggini del monte Amiata, a 574 metri sul mare, si trovano i resti di quella che un tempo è stata la possente Rocca Aldobrandesca. La “Torre e sodi incolti“, come era contrassegnata negli estimi catastali di quel periodo, è stata edificata nell’Alto Medioevo dalla famiglia feudale degli Aldobrandeschi di Santa Fiora, una delle più potenti della Toscana meridionale. La sua missione era la difesa della via Francigena, strada di collegamento fondamentale fra il Nord Italia e Roma.
Adesso l’imponente struttura è stata riaperta al pubblico dopo un importante percorso di restauro conservativo che ne ha consentito la messa in sicurezza, il recupero della cinta muraria, il consolidamento della torre e la definizione di un percorso di visita. Il progetto è stato realizzato dal Comune di Castiglione d’Orcia con l’attenta sorveglianza della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Siena, Grosseto e Arezzo.
<<È per il Comune di Castiglione d’Orcia un momento molto importante – ha detto il sindaco Claudio Galletti – perché attraverso il restauro conservativo, gli scavi archeologici e il progetto di valorizzazione, consegniamo nuovamente la Rocca Aldobrandesca ai cittadini castiglionesi e ai visitatori di tutto il mondo. Inoltre gli scavi – ha continuato il primo cittadino castiglionese – hanno riportato alla luce importanti reperti che aggiungono importanti informazioni alla storia di Castiglione e della rocca stessa. In primis l’abside intatta di una chiesa romanica risalente circa all’anno mille ed una enorme quantità di ritrovamenti archeologici risalenti a varie epoche storiche. Siamo convinti che questo recupero ed il poter fruire di questo bene, molto atteso dai nostri concittadini, rappresenti un valore non solo per la comunità castiglionese, ma anche per l’intera Val d’Orcia, Patrimonio dell’Umanità Unesco>>.
Il restauro e i ritrovamenti archeologici
La Rocca, anche grazie alle recenti importanti opere di scavo e consolidamento, conserva tutt’ora visibili i tracciati murari che l’hanno caratterizzata sino alla metà del Cinquecento, sia nelle strutture del mastio, che nel sottostante perimetro murario del cassero senese, con i resti delle tre porte di accesso da valle, di cui quella verso nord-est integra nelle sue forme duecentesche e restaurata per consentire l’accesso di visita al complesso. Ben poco resta invece del Palazzo Riario: parte del muro esterno della rampa di accesso, tracce interne di muri divisori, una cisterna e poco altro.
Gli scavi hanno anche restituito i resti di una chiesa databile fra l’XI ed il XII secolo (foto sopra), probabilmente fatta costruire proprio dagli Aldobrandeschi. Analogamente, grazie al ritrovamento di moltissimi reperti è stato possibile ricostruire la fortuna e la vita della Rocca nel corso dei secoli: sono stati rinvenuti esemplari di vasellame ceramico senese, derutese e alto-laziale, oggetti in bronzo, monili e anelli, fra i quali una fede nunziale probabilmente appartenuta alla moglie dell’ultimo castellano, Agostino del Vescovo, e risalente alla metà del Cinquecento. Questo gioiello è oggi esposto nella piccola Sala d’Arte di Castiglione d’Orcia, allestita nell’ex Oratorio di San Giovanni, in cui sono conservate opere pittoriche di alcuni dei maggiori esponenti della Scuola Senese dei secoli XIV e XV, fra i quali Simone Martini, Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta e Giovanni di Paolo.
Il piano di valorizzazione della Rocca
Il piano di valorizzazione della Rocca Aldobrandesca messo a punto dal Comune di Castiglione d’Orcia , prevede un percorso di visita che collega direttamente il centro storico con l’antico cassero, come avveniva in epoca medievale. Il primo tratto si svolge all’interno di una suggestiva architettura basso-medievale, per poi uscire, salire all’esterno, sulla panoramica rupe della rocca, e infine entrarvi dalla porta duecentesca.
Si prosegue grazie a passerelle in acciaio che consentono di passeggiare nel mastio e visitarlo fino a scoprire i resti della chiesetta romanica e le sottostanti tracce alto medievali, anche accompagnati da una guida professionale che accoglierà i visitatori e narrerà loro in modo suggestivo, la storia della Rocca e con essa di Castiglione dalle origini fino ai giorni nostri.
Particolarmente suggestiva è la visita notturna, grazie all’illuminazione integrata nel percorso, che consente di apprezzare la muratura della rocca in un gioco mutevole di luci e ombre.
<<La Rocca è il simbolo e l’identità della nostra Comunità – ha proseguito l’assessore alla Cultura Alice Rossi – Nei vari piani della torre, prima dell’inizio degli scavi, era tutto un cumulo di detriti e tutto un terrapieno; con i lavori di recupero sono emerse le mura di insediamento delle varie epoche storiche ed una vera ricchezza di reperti archeologici. Il tesoro – ha chiuso l’assessore Rossi – che generazioni di castiglionesi avevano immaginato è effettivamente emerso ed oggi poterla visitare, su un camminamento tutto in sicurezza, è davvero un qualcosa di emozionante. Il percorso ad anello che si affaccia sugli spaccati paesaggistici più suggestivi della valle mostra anche tutta l’imponenza della nostra montagna amiatina>>.
Come visitare la Rocca
La fortezza è già aperta al pubblico. Fino al 30 settembre è visitabile tutti i giorni dalle 10.30 alle 13 e dalle 14.30 alle 18. Nel corso di questo mese di agosto si può visitare anche di sera: dalle 21:00 alle 23. Da ottobre a marzo: nel fine settimana (in base alle condizioni meteorologiche). Nel periodo natalizio, dal 26 dicembre al 6 gennaio: orario continuato dalle 10.30 alle 16.30 (in base alle condizioni meteorologiche). Apertura garantita anche in occasione di ponti e festività nazionali. Per gruppi può aprire anche in altri orari, previa prenotazione.
Per qualsiasi info: www.comune.castiglionedorcia.siena.it.
Le foto utilizzate per il servizio: crediti Stefano Consoli