L’inizio di quelli che la storiografia italiana definisce come “anni francesi” è sancito per la penisola dalla vittoriosa campagna d’Italia del 1796, guidata dal giovane generale Bonaparte, portatrice anche dei principi della rivoluzione del 1789. Ma è indubbio che fu a partire dal 1805 che l’imperatore, anche re d’Italia, contribuì a dare alla penisola un assetto normativo unitario, se non altro dal punto di vista giuridico ed amministrativo, avviando un processo che avrebbe portato anche al progressivo delinearsi dell’Europa moderna, fondata non più solo sui privilegi, ma anche sul merito.
Gli effetti di questi cambiamenti ebbero riflessi sulla politica, l’economia e la società, ma anche sull’istruzione, la cultura e le arti, come effetto dell’importanza che Napoleone aveva accordato allo sviluppo delle scienze e all’istruzione superiore e pubblica come veicolo di formazione delle élites.
Il ciclo di conferenze online riunisce studiosi e studiose di vari ambiti disciplinari – storico, artistico e musicale – e si propone di ripercorre questi diversi aspetti con un focus sulla città di Bologna, senza perdere di vista il pi ampio quadro della stagione napoleonica a livello europeo.
Il primo appuntamento domani, mercoledì 24 marzo 2021, alle ore 18 è con Angelo Varni (professore emerito dell
Restando, dunque, in equilibrio tra affermazione della libertà rivoluzionaria e tradizionale libertà di autogoverno municipale auspicata dalle vecchie classi dirigenti, egli impose via via la creazione in Italia di forme moderne di Stato fondate sul rispetto delle leggi, sul passaggio degli individui da sudditi a cittadini, sul dovere delle autorità di farsi carico delle esigenze di crescita materiale e civile delle comunità governate.
Nell’anniversario della morte del condottiero francese, colui nel quale – citando gli epici versi dell’ode civile che Alessandro Manzoni scrisse di getto appresa la notizia della fine della sua vicenda terrena – “il Massimo Fattor volle del creator suo spirito più vasta orma stampar”, mercoledì 5 maggio alle ore 21 si terrà l’evento speciale in diretta dal Cimitero Monumentale della Certosa Napoleone ed i napoleonidi a Bologna.
Le voci di Elena Musiani (professoressa Università di Bologna), Mirtide Gavelli e Roberto Martorelli (Istituzione Bologna Musei | Museo civico del Risorgimento), accompagnate dai figuranti in costume di 8cento APS, ripercorreranno il ruolo importante che Bologna ebbe per la storia del governo giacobino prima e napoleonico poi, tanto che nella città silente si possono trovare notevoli testimonianze di questo momento. Il Monumento al Re di Napoli Gioacchino Murat, il grandioso gruppo ritraente Elisa Bonaparte e molti altri marmi saranno l’affascinante sfondo per rievocare il rapporto di Bologna con Napoleone Bonaparte.