Oggi Andy Warhol è senza dubbio uno degli artisti più significativi e apprezzati di tutto l’universo dell’arte contemporanea.
Ma nonostante i riconoscimenti del mercato, che non si fecero attendere, nonostante la fama che lo rese un’icona, un divo alla pari di quelli che ritraeva, nonostante un successo così dirompente da aver dato vita a un nuovo movimento artistico, la Pop Art, ecco, nonostante tutto ciò, la vita di Andy Warhol fu traumatica e tormentata. Una vita breve, dominata da ombre, traumi e non detti. La gloria che lo rese uno degli artisti più amati e riconosciuti al mondo poggiava, e lo fa tutt’ora, su uno sfondo di sofferenze infantili, di spaesamento, di solitudine e violenza. Insomma, aspetti tutt’altro che scintillanti e invidiabili.
Andy Warhol è ancora oggi la personificazione del pop, del glamour e della New York scintillante degli anni ‘70 e ‘80. Forse è normale, il successo, nelle vite in cui decide di essere presente, tende a fagocitare tutto il resto. Ma per Andy il successo e la fama furono solo metà della storia, o persino meno e il resto è molto diverso dal Warhol pop che conosciamo.
E se riusciamo a farci spazio tra le opere, tra il successo e le enormi quantità di denaro, nella vita di Andy Warhol troviamo anche molti dei temi più spinosi del nostro presente: c’è l’ideale del sogno americano, ci sono le armi, le gelosie aspirazionali, l’ossessione di apparire e persino le sofferenze delle migrazioni. I genitori di Warhol, infatti, emigrarono da Miková, un paesino sperduto e molto cattolico nel nord della Slovacchia in cui bisogna tornare, per capire davvero chi era il re della Pop Art. Da qui parte questo libro sull’Andy Warhol sconosciuto.