Fondato dalla città di Belgrado nel 1960, con il sostegno del Ministero della Cultura e dell’Informazione della Repubblica di Serbia, l’October Salon | Biennale di Belgrado è uno degli appuntamenti culturali più importanti dell’area balcanica.
Quest’anno, a causa dell’emergenza sanitaria globale, l’edizione 2020 prevista per settembre ha rischiato di essere annullata, ma il Cultural Center of Belgrade ha invece confermato la mostra e annunciato le nuove date: il 58. October Salon | Biennale di Belgrado 2020 si terrà dal 16 ottobre al 22 novembre 2020.
Con oltre 50 artisti partecipanti, la Biennale – intitolata THE DREAMERS e curata da Ilaria Marotta e Andrea Baccin – è stata ripensata e adattata alle necessarie misure di distanziamento e alle limitazioni di accesso ai luoghi pubblici, grazie a un lavoro corale del Cultural Center of Belgrade, dello staff curatoriale e delle autorità cittadine.
THE DREAMERS indaga la complessità dei tempi che viviamo, non solo mettendo in discussione la natura ambigua del reale ma anche addentrandosi nello spazio dei sogni, inteso come luogo di libertà capace di mettere in crisi le certezze del mondo reale, della conoscenza acquisita, delle nostre convinzioni.
In un mondo in cui si alzano barriere culturali, religiose, espressive e di genere, gli artisti rispondono con la costruzione di spazi e di mondi nuovi.
“Il sogno – come scrive Ian Cheng nel catalogo della mostra – è riuscire ad acquisire la capacità di creare Mondi, ora più che mai, non soltanto ereditare e vivere all’interno di quelli esistenti”.
Oggi che lo sviluppo esponenziale della tecnologia rende quasi superflui gli interrogativi filosofici su cosa possa davvero essere considerato reale, la possibilità di creare e vivere in uno spazio altro sembra rappresentare un’alternativa alla realtà del mondo esterno. Che cos’è questo spazio? È più vicino alla dimensione reale o a quella onirica? Anche se il virtuale non necessariamente ha l’aspetto di un sogno, di certo è collegato ai nostri sogni, e come i sogni “ha assorbito e si è sostituito alla realtà […] da una parte c’è il mondo reale, e dall’altra l’irrealtà, l’immaginario, il sogno.”
I sogni dunque possono aiutarci a ripensare il nostro rapporto con la realtà e con le trasformazioni del nostro tempo.
La mostra, ospitata negli spazi del Belgrade City Museum Building in Resavska e del Cultural Centre of Belgrade Movie Theatre, coinvolge anche Radio Belgrade, il BIGZ Building, uno degli edifici più rappresentativi dell’architettura serba del dopoguerra, il DIM club, luogo della cultura alternativa cittadina, e altri luoghi pubblici.
Mentre il Belgrade City Museum Building in Resavska ospita la parte più corposa della mostra – che conta un totale di oltre 100 lavori di cui 20 nuove produzioni – il Cultural Centre of Belgrade Movie Theatre, luogo profondamente legato alla vita culturale della città, ospita un programma di proiezioni con film di Anri Sala, Mark Leckey, Cyprien Gaillard, Nico Vascellari, Cécile B. Evans e Marianna Simnett; varie sedi espositive cittadine ospitano performance di Nora Turato, Sanja Ćopić e Sonja Radaković, mentre Than Hussein Clark utilizza il canale radio serbo Radio Belgrade Channel 2 per trasmettere per la prima volta 2 episodi di un radiodramma in 16 puntate.
Completano THE DREAMERS una serie di interventi realizzati in luoghi pubblici con opere di Alex Israel, Alex Da Corte, Nora Turato e un’installazione di Cyprien Gaillard, che l’artista ha donato alla città e che resterà in modo permanente.
THE DREAMERS è arricchita da una traccia sonora realizzata dal musicista e compositore Mauro Hertig (1989) e da una libreria temporanea a cura di Alexis Zavialoff, fondatore di Motto Distribution, che presenta una selezione di titoli tra magazine, libri d’artista, saggi e cataloghi.
Il catalogo – pubblicato in doppia edizione inglese e serba dal Cultural Center of Belgrade, in collaborazione con CURA.BOOKS – contiene un saggio di Ian Cheng, inteso come suo contributo alla mostra, oltre a testi di Ilaria Marotta e Andrea Baccin, Hans Ulrich Obrist, Emanuele Coccia, Giulia Bini, una conversazione tra Ben Vickers e Kenric McDowell e un ampio atlante iconografico di opere con un’introduzione di Costanza Paissan. Il catalogo si chiude con un’originale sezione dedicata ai sogni d’artista – ispirato al libro Sogni/Dreams edito dallo stesso Obrist e da Francesco Bonami nel 1999 – che raccoglie contributi testuali e visivi inediti e un ricco apparato di riferimenti bibliografiche e cinematografici degli artisti stessi.
L’identità grafica è stata realizzata da CURA. in collaborazione con Dan Solbach.