La mostra sul fotografo che ha creato uno stile inimitabile, segnando l’estetica del Novecento, aprirà i battenti il 17 giugno in Valle d’Aosta
Henry Cartier Bresson ha segnato con le sue immagini la storia e lo stile del Novecento, tanto da meritarsi l’appellativo di “occhio del secolo”. Immagini connotate da una fortissima valenza simbolica, che catturano l’attimo e ridefiniscono in maniera “alta” l’arte fotografica, che Bresson porta a una distinzione netta con le altre arti figurative.
Dal 17 giugno al 21 ottobre 2018 la mostra realizzata dal Forte di Bard in collaborazione con Magnum Photos International e Fondation Henri Cartier-Bresson di Parigi, presenta 105 immagini in bianco e nero, personalmente selezionate da Henri Cartier-Bresson, scattate tra gli anni Trenta e gli anni Novanta fra Europa, Asia e America.
Ciascuna fotografia è rappresentazione di quell’‘istante decisivo’ che per il maestro è il “riconoscimento immediato, nella frazione di un secondo, del significato di un fatto e, contemporaneamente, della rigorosa organizzazione della forma che esprime quel fatto”.
Sebbene in alcune foto compaiano anche delle persone, l’attenzione dell’autore è concentrata in modo particolare sull’ambiente, tanto che si può parlare di Paesaggio della Natura e Paesaggio dell’Uomo. Le immagini in bianco e nero di colui che è stato denominato l’”occhio del secolo”, sono raggruppate per tema: alberi, neve, nebbia, sabbia, tetti, risaie, treni, scale, ombra, pendenze e corsi d’acqua. A proporre una “promenade” tra paesaggi urbani e paesaggi rurali.
Nato nel 1908 a Chenteloup, Seine-et-Marne, Cartier-Bresson fu co-fondatore nel 1947 della celebre agenzia Magnum.Dopo gli studi di pittura, la frequentazione degli ambienti surrealisti e dopo l’esperienza in campo cinematografico al fianco di Jean Renoir, nel 1931, in seguito a un viaggio in Africa, decide di dedicarsi completamente alla fotografia.
Da Città del Messico a New York, dall’India di Gandhi alla Cuba di Fidel Castro, dalla Cina ormai comunista all’Unione Sovietica degli anni cinquanta: Bresson percorre la storia del secolo breve con la fedele Leica al collo, scegliendo con cura il punto di ripresa, cogliendo il ‘momento decisivo’ e dando vita a immagini ormai entrate nell’immaginario comune e che gli sono valse l’appellativo di ‘occhio del secolo’.
Antonio Devetag
Informazioni: www.fortedibard.it