Suggestioni, considerazioni e pensieri sono raccolti nell’opera “Frammenti emotivi”,
scritta dall’autore bergamasco Giulio Irneari, pseudonimo di Giuseppe Raineri,
pubblicata nella collana “I Diamanti della Poesia” dell’Aletti editore. «Ogni poesia del
volume – spiega il poeta – rappresenta un dettaglio di vita. Per usare un’analogia che possa
chiarire meglio: è come se uno specchio fosse andato in pezzi, ma ogni frammento non ha
perso quella capacità di riflettere che possiede il pezzo intero».
Un linguaggio serrato ed immediato per condensare, in poche righe, diverse
tematiche apparentemente poco correlate tra di loro. Ed è proprio l’autore a soffermarsi
sugli argomenti più ispiratori dei suoi versi. «Spesso parlo di amore, di morte, di vita, di
religione mettendomi nei panni di Giuda il traditore, di Giuseppe e dei dubbi che non può
non avere avuto, di figli. Ho dato voce ad un certo punto al Mar Mediterraneo, ad
Ipazia, donna scienziata e filosofa massacrata dal fanatismo religioso nell’Alessandria di
Egitto nel IV secolo d.C, al glicine. Vorrei essere stato capace di far trasparire il dubbio
come fonte di ispirazione, senza citarlo mai espressamente». La particolarità stilistica sta
nell’essere quasi una narrazione che utilizza gli strumenti della sintesi, dell’immediatezza,
dell’evocazione, tipici della poesia, in cui la parola si fa immagine.
«Nella presente raccolta – scrive il candidato al Premio Nobel Hafez Haidar nella
Prefazione – Giulio Irneari ci offre preziosi frammenti emotivi, invitandoci a riflettere sul
fascino e sul mistero dell’esistenza. La vita, pur essendo un viaggio diverso di volta in volta,
austero o allegro, antico o nuovo, sereno o tormentato, rumoroso o silenzioso, in bilico tra
realtà e sogno, ci conduce sempre alla ricerca di noi stessi». Tra le diverse liriche una è
dedicata alla naturale e profonda relazione che esiste tra vita e teatro. Suicidio sul
palcoscenico è un modo per affrontare il rapporto tra realtà e scrittura. «La vita è come un
copione che permette di recitare anche con qualche improvvisazione, nell’illusione di
esserne padroni “in toto”, quando invece già non siamo stati in grado di decidere di venire al
mondo. Spesso, la realtà ci sorprende e lascia pensare che ci sia un architetto, un regista che
ne guidi la rappresentazione». Nella poesia Ode al libro, invece, è racchiuso l’amore
dell’autore verso i libri, per lui portatori di gioia, e la cultura che riveste un ruolo
immenso e decisivo. Come curiosità ed ecletticità.
L'augurio del poeta è quello di far vibrare corde emotive spesso sottaciute, di suscitare
immagini e riflessioni che denuncino o aprano alla speranza dove e se possibile. «Vorrei
che le mie poesie possano indurre riflessioni molto personali. Non ho la pretesa di suggerire
soluzioni e risposte, ma preferirei che sia il lettore a trovare le proprie sollecitandolo anche
alla critica, al dissenso, se necessario, in nome di una personalissima interpretazione».
Federica Grisolia