«Su per giù intorno ai diciott’anni. Con un fisico nervoso e un viso, al contrario, dai tratti delicati. Capelli lunghi, occhi neri e profondi, sormontati da spesse sopracciglia scure che si incontravano senza separarsi, come le ali spiegate di un uccello in volo.»
«Le figure ritratte esprimevano un’indiscutibile potenza comunicativa.
Di una vitalità talmente spiccata da risultare quasi sensuale, eppure anche di una spietatezza a tratti tagliente. In quel corpo un po’ sghembo e minuto, Frida – così disse di chiamarsi – conteneva gli opposti del mondo: sensibilità e crudezza.»
Amore e vendetta. Politica e arte. Sogno, incubo.
E una surrealtà che per Frida non è altro che l’ambiente naturale della propria percezione del mondo.
Una chiave inconsueta per raccontare l’immaginario, le passioni, gli strappi e i voli di un’artista straordinaria.
Uno stile narrativo fatto di tempi e contrattempi, intriso del realismo magico della protagonista. Intimista, a tratti; sgranato, quasi violento, in altri.
Chiodi e fiori. Fatti e specchi. L’animo di una donna spezzata e orgogliosa che, nelle sue battaglie, trova un equilibrio dinamico, vorticoso e perfe