«Ma il ricordo che forse ha colpito più di tutti è quello tributato a Mercury in occasione della cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Londra 2012. Un ologramma di Freddie nel suo confondibile gilet giallo compare al centro dello stadio olimpico costruito in un’ansa del Tamigi e scatena il pubblico trascinandolo nei suoi vocalizzi. Per un attimo sembra quasi che voglia prendersi anche questo palcoscenico, prima dell’arrivo sul panco di Brian e Roger accompagnati dall’ accattivante Jessie J- la giovane cantante Jessica Ellen Cornish, di Seven Kings – con un costume color carne che Mercury avrebbe apprezzato e indossato quasi con altrettanta disinvoltura. Testimoni ancora una volta dell’immortale rock dei Queen. Sette minuti di show degni della più grande band del mondo che il presentatore della BBC riassume in due parole «Roba sensazionale». A più di qualcuno è venuto allora – e anche dopo- un groppo alla gola.
The show must go on.
Una vita passata all’insegna del cambiamento, della continua ricerca del nuovo, dell’inaspettato, del sorprendente. Dentro e fuori di sé. È il riassunto della breve e travolgente parabola esistenziale di Farrokh Bulsara, in arte Freddie Mercury. Dall’incontro nel 1970 con un paio di musicisti a caccia di gloria – il chitarrista Brian May e il batterista Roger Taylor – nascerà un gruppo destinato a scalare le classifiche e rivoluzionare il modo di fare, vedere e sentire la musica per sempre: i Queen.
Dotato di una presenza scenica unica la mondo e di una voce altrettanto singolare e in grado di realizzare un’estensione inusuale, Freddie Mercury ha dominato i palcoscenici prima del Regno Unito e poi internazionali. La sua vita sul palco e fuori è stata spezzata dall’Aids, nel novembre del 1991. La musica di Mercury e del suo gruppo non è però scomparsa con lui e ancora oggi la figura del cantante dei Queen è riconosciuta come una delle più influenti dell’intero panorama musicale.