Il romanzo ci racconta le congiure e gli intrighi nell’Europa del XV secolo, precisamente dal 1426 al 1446: due decadi in cui Francia e la Borgogna sono ancora in balia della Guerra dei cent’anni, l’impero impaziente alle porte, l’Italia contesa tra ducati, repubbliche e signorie, il papato e poi la Castiglia, l’Aragona e il regno di Napoli con la sua regina Giovanna, feroce teatro di scontro tra gli aragonesi e gli angioini.
Jan van Eyck, il massimo artefice del “Polittico dell’Agnello Mistico”, il pittore di corte di Philippe le Bon, Duca di Borgogna, ma anche suo diplomatico e spia, sarà il tramite della storia.
La coppa usata da Gesù nell’Ultima cena, il Sacro calice di Valencia, la santa reliquia che cesellerà l’alleanza e la fraterna amicizia che avvicina la Borgogna all’Aragona ne diventerà invece il filo conduttore.
Il Calice è in pericolo a Gaeta. La sua difesa impegnerà Jan van Eyck, designato suo custode e, in seguito, Barthèlemy suo nipote, e la sua tutela li condurrà vorticosamente dalle Fiandre alla Milano di Filippo Maria Visconti, poi a Bruges e dalla Borgogna a Napoli conquistata da Alfonso V.
Qui Barthèlemy van Eyck potrà ricompensare l’aiuto di Antonello da Messina svelandogli il suo segreto della pittura a olio…