Il messinese Mario Falcone, scrittore, docente di sceneggiatura e scrittura creativa, sceneggiatore che ha firmato molte fiction televisive di successo (tra le altre, De Gasperi, La guerra è finita, Padre Pio, Ferrari, Cuore, Einstein, Francesco) stabilendo record di share e vincendo numerosi premi sia in Italia che all’estero, torna dal 15 novembre in libreria con il romanzo Leuta (Arkadia, Collana Eclypse), terzo classificato sezione inediti al Premio Nazionale Clara Sereni 2023.
Enrico Criaco, scrittore di fama, dopo cinquant’anni torna a Leuta, una piccola isola adagiata nella pancia del Mar Mediterraneo tra Malta e Lampedusa, dov’è nato e cresciuto. Enrico rientra per mettere in ordine la sua vita, ma soprattutto per riconnettersi con un doloroso passato che, appena diciottenne, lo ha costretto ad andare via portandosi dietro e ingarbugliando strada facendo i tanti nodi non ancora sciolti della sua esistenza. Convinto che Leuta possa essere il suo buen retiro per gli anni che gli restano da vivere, Enrico gode dell’affetto di ciò che rimane della sua famiglia e degli amici ritrovati. Nonostante il successo che continua a riscuotere come scrittore, è un uomo stanco e disilluso in perenne conflitto con sé stesso. La fatica di rimettere insieme i cocci di una vita di successi, errori, scelte sbagliate, rinunce, abiure e dolorose perdite, però, si scontra con una serie di eventi che imprimeranno ai suoi progetti iniziali una svolta non prevista che lo costringerà, ancora una volta, a fare i conti con l’imprevedibilità dell’esistenza.
“Il romanzo Leuta nasce nel 2019 dopo il mio ritorno a Messina da Roma, città nella quale ho vissuto 42 anni – ha dichiarato Mario Falcone.
La molla che genera l’idea originaria di Leuta (nome immaginario) gira attorno all’idea del nostos non solo da un punto di vista geografico ma ideale e spirituale. Quindi ritorno alle origini, alla casa madre, alla madre che ti genera e al mare inteso come liquido amniotico.
Leuta è una storia circolare, nella misura in cui parte da un punto e, alla fine del viaggio del protagonista, torna al punto di partenza. Si avvale di una serie di simbolismi, tutti messi al servizio della trama che, come tutte le storie che si rispettino, ha una linea orizzontale e una verticale.
La stesura vera e propria, dopo i necessari passaggi che afferiscono alla struttura della storia attraverso l’arco drammatico del protagonista, al suo cambiamento e alla sua autorivelazione, alla creazione degli altri personaggi, dello spazio, tempo e luoghi narrativi, e della necessaria scaletta in grado di darmi una progressione drammaturgica soddisfacente, è stata lunga, faticosa e, in alcuni momenti, oserei dire dolorosa ma necessaria al fine di raggiungere gli obbiettivi che volevo raggiungere.
Infine, il romanzo è assolutamente privo di messaggi, se qualcuno leggendolo riuscirà a trovarne qualcuno potrà considerarlo di sua esclusiva proprietà”.
“Leuta è il romanzo del ritorno – ha spiegato l’editore Riccardo Mostallino. Il ritorno alla vita di un tempo, ai ritmi dimenticati, agli affetti troppo spesso sacrificati all’inseguimento del successo o del mondo. Come un moderno Ulisse, il protagonista di questa storia affascinante ci accompagna alla riscoperta delle piccole cose, dei momenti veri e autentici dell’esistenza”.
Un libro, quindi, che non desidera dispensare insegnamenti, ma capace di scandagliare tanti temi diversi: il dolore e il suo superamento, il ritorno come nuova scoperta di sé stessi, l’amore visto in ogni sua componente e l’imprevedibilità della vita.