Lo storico rodigino Luciano Chiereghin avrebbe individuato il relitto della Regia Nave, requisita dall’esercito tedesco nel 1943 e incagliatasi nel 1944 sul fondale del fiume durante un servizio di pattugliamento in una notte di tempesta
Dopo 74 anni è stato localizzato nei fondali delle acque del Po il relitto “fantasma” della Nave San Giorgio. Non una nave qualsiasi, ma una Regia Nave, lunga 54 metri e larga 8, una
Nessuna vittima tra l’equipaggio di 52 uomini a bordo, che anzi nei giorni successivi recuperarono armi e bagagli dalla nave, compreso il prezioso carbone custodito nelle stive. In uno slancio di generosità i tedeschi permettono anche ai pescatori del Delta di saccheggiare quel che resta del pattugliatore. Loro non se lo fanno ripetere due volte, ma il cannone di prua – costruito nel 1887 – non riescono proprio a portarlo via. Per un po’ il cannone rimarrà simbolo e segnale del relitto, finché nel 1967 non verrà fatto saltare in aria dalla Marina militare che raccolse le proteste dei troppi pescatori che ci avevano lasciato la barca perché troppo a pelo d’acqua.
Poi del relitto si perde ogni traccia: tra la forza del fiume, lo spostamento del fondale, i continui bradisismi dovuti all’estrazione del metano nel delta, la San Giorgio sparisce alla vista, da ogni radar, ma soprattutto dalla memoria: nessuno sa più che fine abbia fatto e dove sia di preciso. Settantaquattro anni dopo ci ha pensato lo storico e ricercatore rodigino Luciano Chiereghin a riportarlo alla luce e alla memoria collettiva.