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“Memorie dal sottobosco. Un coleottero dei funghi”, di Tommaso Lisa. Un memoir entomologico tra digressioni letterarie, naturalistiche e filosofiche

Tommaso Lisa ci racconta la storia vera di una fascinazione, la sua, di una relazione tra un entomologo dilettante e un coleottero dei funghi: l’esperienza della meraviglia di un adolescente che lascerà poi all’età adulta lo spazio del disinganno. Quell’insetto che ha raccolto la prima volta quando era ancora un bambino nel legno marcio di un tronco, torna periodicamente a fargli visita. La curiosità per il Diaperis boleti, finisce per prendere nel tempo la forma di un’attrazione esasperata, nelle cheratine dei carabi vede riflesso il cosmo intero.
Ormai adulto, una sera ne ritrova vecchi esemplari in una scatola entomologica e osservarli scatena in lui una ricostruzione archeologica del ricordo, tra la realtà e il sogno, un viaggio ipnotico alle prese con il valore simbolico del suo Tenebrionide mangiatore di funghi.

Tommaso Lisa apre una finestra sulla trama fitta ed estesa che sostiene il mondo dei viventi e sulla rilevanza psichica che esercita su di noi e sul nostro immaginario. Molto infatti c’è ancora da dire in merito alla relazione tra uomini e insetti: significa interrogarsi sul rapporto della specie umana con ciò che è diventato remoto o è stato rimosso, il perturbante, l’alterità, il fantastico.

Così, praticando entomologia, ho la conferma che l’immaginario è reale […]. Ogni volta che vado in cerca di un insetto vengo traslato in un altro mondo, anche quando mi trovo nel parco vicino casa o in una desolata area industriale abbandonata in prossimità del quartiere in cui abito da una vita. In tali luoghi familiari eppure estranei, non vado a caccia d’insetti come una creatura superiore che dall’alto allunga la sua mano, bensì sprofondo in un abisso esposto all’incontro con l’imprevisto, l’inatteso, la sospensione del sapere in un limbo d’incredulità.

Memorie dal sottobosco parla di insetti che amano i funghi e, pur non essendo un manuale, ce li presenta con grande esattezza grazie ad accurate descrizioni entomologiche e precise indicazioni tassonomiche.

Il libro ci proietta in un altro mondo: è il regno terricolo di forme di vita tenaci, resistenti alle condizioni ambientali più difficili, che hanno colonizzato territori ingrati occupando nicchie estreme. Come hanno imparato a fare nel corso delle ere geologiche, i coleotteri, protagonisti della narrazione, vivono di funghi che crescono sugli alberi nelle paludi boscose. Può essere un bosco del Canada sulle rive del lago Ontario o le colline toscane tra Fucecchio e San Miniato, luogo dove si muove l’occhio entomologico dell’autore.

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