Un viaggio notturno per le strade di Mestre, negli angoli più bui ma anche nelle arterie principali della città dormitorio di Venezia. La dimostrazione che, malgrado tutto, Mestre si può vivere anche a notte fonda (quasi) senza timori
Pierpaolo Maso è un giovane fotografo di Dolo. Il suo progetto, Mestre 16:9, ritrae il volto notturno della città negli angoli più nascosti.
“Volevo dare la mia personale interpretazione della città dove ho passato i mesi più difficili della mia vita, quando non sapevo cosa fare, se continuare a lavorare per rendere la mia passione un lavoro – spiega – vorrei che ciò che ho visto in quei giorni lo riusciste a interpretare anche voi. È il mio personale rilancio ma è anche il rilancio della città stessa“.
Ogni foto descrive una parte della città, con un commento dell’autore. Si va dal “poco curato” quartiere della Cipressina con molte costruzioni anni ’60, cuore della cosiddetta espansione selvaggia, a Carpenedo, definita “una città nella città, con la sua chiesa e i suoi abitanti, forse la parte più ricca di Mestre” passando per via San Donà, dove “le attività in genere sono in mano ai cinesi“, Corso del Popolo “cuore pulsante della città”, via Verdi “centrale ma arrivano le ‘scorie’ della stazione“, Corte Legrenzi, per il giovane artista “il simbolo di ciò che era Mestre” fino a Piazza Ferretto, “lo specchio di Mestre: una piazza senza padrone, una splendida cornice senza però molte attività” per finire con Viale San Marco, che per Maso “non è ancora il posto ideale dove uscire di notte“.
Alcune foto e altri lavori del giovane artista sono in mostra a “Piazzola Arte Contemporanea” a Piazzola sul Brenta da oggi a domenica, presso la Sala della Filatura.