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Oggi in Italia la lungaggine burocratica impedisce ad uno straniero di rischiare i propri soldi, ed investire da noi.

di Antonio Moretta

“Qual è il problema Italiano??Oggi in Italia la lungaggine burocratica impedisce ad uno straniero di rischiare i propri soldi, ed investire da noi.

Un giorno uno straniero di uno dei paesi dell’Est (ante muro di Berlino) mi chiese (gestivo un complesso di oltre 1.000 dipendenti nella meccanica delle costruzioni e grossa carpenteria) se la mia società volesse investire nel suo paese per dare vita ad uno stabilimento analogo al mio. Sentito il Consiglio di Amministrazione risposi “NO”.
Mi chiese perché no, gli dissi che non avevamo la possibilità ed opportunità di investire. Egli insistendo mi propose terreno gratis, fognature e strade di accesso gratis, agevolazioni fiscali, interventi a fondo perduto etc., gli risposi di no e lì si chiuse il rapporto. La vera ragione invece era che: in quel paese (1980) non c’era certezza di diritto sotto il regime Sovietico, che il tasso di corruzione era elevatissimo, che la proprietà privata non aveva simpatie in quel paese e che non si poteva fare libero scambio.

Oggi in Italia la lungaggine burocratica unita alla incertezza del diritto, i tempi lunghissimi della Giustizia e delle sentenze, più l’enorme tassazione sul lavoro e sui redditi, impedisce ad uno straniero di rischiare i propri soldi ed investire da noi. Le nostre realtà industriali migliori quelle che dispongono di brevetti e qualità (Italian-Style) preferiscono andare presso altre nazioni europee (assenza di rischio politico e minori oneri) che non hanno gli aggravi italiani. Le multinazionali che non hanno i brevetti comprano le aziende italiane con il loro bel brevetto e trasferiscono parte (se non tutta) la produzione all’estero mantenendo i marchi italiani d il ricco mercato nazionale ed estero. Il discorso mi pare di una ovvietà desolante che chi ha gestito aziende sa a memoria ma che la politica di ieri e di oggi disconosce o fa finta di non conoscere.

 

Oggi l’attuale Governo si concentra su tematiche sociali come il “Reddito di Cittadinanza”, la ricerca dei “Navigatori”, l’abbassamento dei parametri salariali alti, la sicurezza, la pensione a 100, l’incremento delle tasse sui redditi alti (quanto alti non si sa) etc. Tutte cose giuste intendiamoci ma figlie dell’assistenzialismo che si addicono ad un popolo opulento e fatto da occupati e dotato di disavanzo pubblico attivo; ma oggi con le tematiche dette in precedenza e la perdurante crisi economica, con la disoccupazione alle stelle, l’insipienza del Sindacato, l’incertezza del futuro, la massa di migranti, la paura dei risparmiatori, la mancanza di investitori, le banche in crisi etc.; non cambiamo lo scenario al probabile investitore estero che amerebbe operare in Italia ma che noi manteniamo lontano dalla nostra economia sempre più asfittica. Quando invece bisogna avere il coraggio di far accadere quelle cose che noi desideriamo.

La valutazione della emergenza oggi considerata dalla Politica non è fatta dalle cose messe a programma dal Governo “Giallo/Verde” (che se fossero anche risolte con la bacchetta magica non cambierebbero lo scenario di crisi in cui viviamo) ma sono, in buona sostanza formate in alta percentuale da una sola cosa: “La mancanza di lavoro”.
Proviamo ad immaginare di poter creare (sempre con la bacchetta magica), 2 milioni di posti di lavoro (2.000 ore uomo/annuo pari a circa 4 miliardi di ore produttive all’anno) e
che una ora di produzione possa creare circa 50 Euro di prodotto: In questa ipotesi avremmo circa 200 miliardi di euro di produzione (con un sensibile aumento di ricavoalla vendita del prodotto).

In questa esemplificazione otterremmo: il rientro della disoccupazione a valori europei, la pace sociale, l’incremento vistoso del PIL con una massa di denaro in entrata per lo Stato derivante da IVA, Tasse sul reddito e consumi, un volume di denaro circolante rilevante etc. Questo potrebbe concedere alle forze di Governo la possibilità di mettere mano ad un riordino generale della struttura del lavoro, alla riforma dei codici, alla revisione delle regole burocratiche sulla vita delle imprese e sull’appalto dei lavori che oggi impantanano qualunque iniziativa.

Le piccole imprese che hanno qualche commessa purtroppo non riescono a far fronte alle esigenze di immediatezza necessaria a soddisfare i contratti per mancanza di finanziamenti, forma delle assunzioni, elasticità nel fabbisogno di manodopera, ore di straordinario ed ammortizzatori sociali, etc) e vivacchiano per non morire. Per questi motivi spesso gli imprenditori sono costretti a rivolgersi alla più rapida disponibilità di forza lavoro e di mezzi: il “Lavoro Nero ed Evasione fiscale” che rappresentano l’ammortizzatore dei fabbisogni di elasticità e rapidità delle disponibilità delle Imprese ma soprattutto dell’artigianato.

Se quel paese dell’Est, che a suo tempo mi ha fatto la proposta di investimento, si fosse organizzato come da me descritto sopra (quello con la bacchetta magica) io oggi gli avrei risposto certamente con un “SI”.
Va considerato che la nostra Italia possiede tante eccellenze, industrie talentuose, brevetti di ogni genere, cultura di livello elevato negli atenei e nei centri di ricerca, genialità e non ultimo l’ “Italian style” e l’industria del turismo (purtroppo sfruttato poco e male). Con l’Italia uscita dalla bacchetta magica avremmo la coda degli investitori dietro le Alpi o alle frontiere a mare per i paesi che affacciano sul Mediterraneo; tutti pronti a fare la fila per investire nella nostra splendida Italia.

 

Mi domando: “Ma è tanto difficile da capire questo semplice concetto??”, Possibile che noi tutti ci azzanniamo su un tozzo di pane quando con idee chiare e giusti provvedimenti potremmo disporre di lauti pranzi??

La risposta è ovvia e chiede una inversione di rotta rispetto al Reddito di Cittadinanza e la lotta che si sta facendo all’Europa per consentirci lo sforamento dei parametri di Maastricht, per fare “Assistenza Sociale” a coloro che purtroppo non hanno il lavoro e che non lo avranno in futuro se le cose non cambieranno. Ristagnando la decisionalità del Governo su questi temi dovremmo assistere alla sparizione dei migliori marchi italiani, dovremmo vedere e gestire la chiusura di tante aziende e società di eccellenza ed aprire gli ammortizzatori sociali ad un numero
crescente di maestranze che perderanno il lavoro e vedremo aumentare i giovani acculturati che non trovando impiego in Italia vanno ad arricchire i paesi che decidono di impiegarli nelle loro realtà.

Così facendo l’Italia andrà sempre più impoverendosi di senso civico ed incapacità di arginare la concorrenza lasciando uscire i migliori. Dovremmo individuare quella parte politica che va cercando di realizzare il vecchio assioma: “il mondo non cambia con la tua opinione….cambia con il tuo esempio”.

Utilizzando il buon senso del padre di famiglia e senza andare a disturbare i soloni della contabilità e finanza, tutti noi comprendiamo che se lo Stato se incassa 100 Euro dall’Erario e spende 100 Euro per tenere in piedi la nazione Italia, non disporrà mai dell’utile indispensabile per ripagare gli interessi di coloro che hanno prestato il denaro nel passato ma che dovranno finanziarci nel futuro. Oggi gli interessi sul debito (che ammonta a circa 2.500 miliardi di Euro), sfiorano la ottantina di miliardi di Euro l’anno.

Cosa farebbe quel bravo padre di famiglia?:

– Ridurrebbe il COSTO togliendo le spese inutili, eliminando gli sprechi, razionalizzando le spese, riducendo le ridondanze politiche come Provincie, numero dei Deputati e Senatori dipendenti pubblici, il costo della Politica, l’enorme costo delle proprietà dello Stato inutilizzate (vecchie caserme, palazzi e capannoni abbandonati, etc.), le partecipazioni pubbliche senza senso in società che perdono milioni di Euro l’anno e che servono solo come ricettacolo di addebitate allo Stato ex politici o amici di amici, musei del “Niente”, banche popolari che di popolare non hanno altro che le perdite (Monte Paschi docet) e mille altri Enti e società come la Cassa per il rimborso dei danni di guerra in Africa (1940) ed ancora in piedi e simili. Ci sono altre centinaia di realtà che non si possono nominare per mancanza di spazio e di tempo.

-Aumenterebbe le ENTRATE creando il lavoro ai milioni di imprese (grandi, medie e artigianali) riducendo gli oneri sul lavoro alle imprese ed agli artigiani, ma soprattutto permettendo di acquisire molte commesse di lavoro in Italia ma soprattutto all’estero (ogni Ambasciata o Consolato estero, oltre alla rappresentanza di Stato doverosa, deve fungere da promotore commerciale dei prodotti e delle eccellenze italiane per incrementare l’export) attraverso la firma di accordi multi-laterali, scambi culturali ed artistici (libri, opere d’arte, cinema, mostre, esposizioni, convegni, manifestazioni sportive (Olimpiadi etc.) corsi scolastici, nostre partecipazioni in società strategiche estere etc.

Esiste un Ministero degli Esteri, ebbene questa attività promozionale dovrebbe essere una della sue priorità. L’Italia non riesce a spendere la massa di denaro disponibile per infrastrutture nella disponibilità della CEE; ebbene deve concentrarsi nell’incremento della capacità progettuale delle Entità Locali (Regioni, Consorzi di Comunità, e Comuni) per disporre di progetti validi e rapidi per migliorare la viabilità, gli spostamenti delle comunità, le infrastrutture e la comunicazione etc. fornendo mezzi e strutture di progetto allo scopo di
velocizzare l’impiego dei finanziamenti europei. Non farlo sarebbe un delitto.

 

-Rinegozierebbe il debito coi creditori attraverso nuove forme di finanza virtuosa che abbassi l’enorme costo degli oneri fissi. L’Italia, non avendo moneta propria, deve ottenere dalla Comunità Europea l’intervento della BCE (Banca Centrale Europea) per costringerla (assieme ai partners europei) ad intervenire comprando le “Emissioni Italiane” a tasso bassissimo (quasi zero) e con quel denaro riscattare i titoli in mano ai creditori ad alto tasso di sconto, ciò per ridurre i propri volumi di spesa.

-Realizzando la miriade di opere iniziate e non finite ma finanziate. Quelle ferme per il  dedalo delle burocrazie e atteggiamenti locali per convenienze dei pochi affaristi pubblici e privati a discapito dei tanti delle comunità- Esempio la TAV, le infrastrutture nuove e la manutenzione delle vecchie, gli edifici industriali, le opere portuali, le opere di rinsaldamento del territorio etc. Pensando al mantenimento dei mezzi delle strutture delle FF.AA e formazione dei militari orientati alla modernizzazione della Difesa. Finanziando maggiormente la Ricerca Scientifica e Tecnica delle Università e dei Centri medici.
Adeguando il mondo della Istruzione ai parametri europei.E’ ovvio anche allo scrivente che quanto espresso, pur vero, richiede tempo e convergenza di intento politico oggi inesistente e non con lo stillicidio odioso e veemente di coloro che intendono la politica come opposizione a tutto e con la UNICA FINALITA’: “mandiamo il Governo a casa”.

E’ però anche vero che il popolo delle ultime elezioni (maggio 2019) ha dato un segnale forte e chiaro alla politica non creando un orientamento di voti verso quei Partiti che di senso comune non ne hanno molto possedendo idee fuori dal vero bisogno generale. I voti del circa 60% degli aventi diritto hanno visto un concentramento degno di nota verso quei partiti che perseguono gli obiettivi del buon padre di famiglia anziché verso l’egoismo di partito o gli interessi propri ammantati di slogan elettorali. Volendo essere concreti bisogna ricordare a noi tutti un vecchio adagio che dice:  “Abbi il coraggio di far accadere ciò che desideri”.

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