«Poesia è percepire l’incanto, sia esso di gioia o di sofferenza; è la pura energia
vibrante della vita, che si manifesta in varie forme: la parola è energia, il pensiero è
energia, e il corpo è lo scrigno sacro che abbiamo in questa vita». Con queste parole,
l’autrice Elisabetta Valla, architetto originaria di Parma ma che, attualmente, vive a
Reggio Emilia, descrive il senso dei versi che compongono la sua opera “Poesie di
meditazione”, pubblicata nella collana “I Diamanti della Poesia” dell’Aletti
editore. Già il titolo suggerisce l’attività che la poetessa pratica e insegna, ossia hatha
yoga (basato su una serie di esercizi psicofisici) e meditazione. Questo «consente di
intensificare il rapporto con la parola, per offrire uno spunto che sia leggero,
comprensibile e trasmissibile, portabile nel corpo. Lo yoga apporta purificazione,
pulisce ciò che ci impedisce di esprimerci per quello che siamo nel profondo, senza
preconcetti. E la poesia fa altrettanto, per chi la scrive e per chi la sente vicina a sé».
Si instaura, così, un rapporto tra parole e pensieri, poesia e meditazione, corpo e
anima. «Scriviamo quello che siamo».
«Spesso – racconta Elisabetta Valla – si tende a pensare che la meditazione sia una
forma di distacco dal mondo, di sospendere il pensiero. Tuttavia, diventa un modo
molto personale di “tornare a casa”, di ricordarci e ricongiungerci con la parte più
profonda di noi. E’ una crescita. Un percorso. Queste intuizioni hanno preso forma
nelle poesie che ho scritto, in un momento in cui il mio rapporto con la
meditazione era molto intimo. In parte raccontano le esperienze vissute durante la
pratica, altre non avrebbero potuto essere mai trasferite sulla carte senza. L’essere
nello yoga è anche accettare che cambiamo, valorizzare i nostri talenti».
«Elisabetta Valla – scrive il candidato al Premio Nobel Hafez Haidar nella Prefazione
– trasmette ai nostri cuori versi di alta poesia e musicalità, intrisi di fantasia, amore e
raffinata saggezza, attingendo con maestria ai colori di madre natura, sua dea
ispiratrice. Ogni colore rispecchia bellezza ed armonia, fascino e mistero».
Parola dopo parola, emerge il rapporto con il passare del tempo. Il senso di
essere in questa vita. La prospettiva con cui si guarda all’esistenza. L’amore. La
bellezza. La natura. Ma anche la morte. La variegata e talvolta imprevedibile
fluttuazione dell’animo tra i pensieri, i sentimenti, le emozioni. Un senso profondo
espresso attraverso la sintesi – con frasi brevi, evocative e poche parole – e la
visualizzazione. «Mi piace scrivere per immagini – spiega l’autrice -. E’ il modo che
ad oggi mi sembra emergere con più enfasi e chiarezza». Abitare la propria essenza
diventa, dunque, l’obiettivo della parola tradotta in versi in questa opera. «Ciò
che vorrei trasmettere al lettore – afferma la poetessa – è il valore dell’ascoltarsi e di
lasciarsi ispirare: ognuno è creativo e può manifestarlo in infiniti modi. In ogni cosa
che fa. E di sentirsi parte della Natura».
Federica Grisolia