Il restauro, curato dalla Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma, è stato complesso e difficile per armonizzare i molteplici intervento che la Basilica ha subito nei secoli
Un anno di lavori e una delle splendide basiliche di Roma è ritornata all’antico splendore. “Gli affreschi ottocenteschi che risultavano ormai sbiaditi – ha spiegato il soprintendente Francesco Prosperetti – hanno riacquistato leggibilita’ e il mosaico medioevale l’originaria lucentezza. Un restauro ben riuscito, ma particolarmente difficile per l’esigenza di trovare il giusto equilibrio tra il recupero della decorazione ottocentesca e la conservazione dello splendido mosaico medioevale. Grazie alle risorse messe a disposizione dal ministero e dalla soprintendenza speciale di Roma – ha concluso Prosperetti – torna a splendere una delle piazze piu’ belle della citta’ per il godimento dei cittadini e dei turisti”.
La chiesa, precisa la Soprintendenza, e’ stata sottoposta a un lavoro meticoloso, articolato in varie fasi: lo studio delle fonti, la campagna diagnostica e infine la pulitura e il restauro caratterizzato da tecnologie reversibili, avanzate e innovative. La specificita’ dell’intervento risiede nell’aver dovuto affrontare tipologie di manufatti diversissime: il mosaico medioevale, la pittura parietale ottocentesca, le statue e le strutture in travertino e granito settecentesche, i consolidamenti della muratura e la realizzazione dei percorsi per l’acqua piovana.
La facciata della basilica di Santa Maria in Trastevere, grazie a questo complesso intervento, torna a raccontare le tappe piu’ significative della storia di Roma, dall’Alto Medioevo, con lo splendido mosaico, alle fasi rinascimentale e barocca, attraverso vari rifacimenti tra cui spicca il portico settecentesco di Carlo Fontana, fino all’Ottocento con gli affreschi di Silverio Capparoni, che tornano a essere finalmente leggibili anche dalla piazza.