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“Tele sfilacciate” per raccontare una vita che si sfrangia e si unisce

Il suo percorso stilistico lo definisce «un viaggio che non ha fine»

“I Diamanti della Poesia” di Aletti diventano “Tele sfilacciate” con la raccolta di
versi dell’autrice Daniela Pisanello, specializzata in Logopedia, nata in Svizzera e
ora residente a Sissa Trecasali, in provincia di Parma. Pensieri di libertà che aleggiano
come farfalle, l’amore per la famiglia, per la madre, il figlio nel giorno del suo
compleanno e la figlia che “danza nel tempo”, i colori del mattino e della sera, le
promesse, l’io e il noi, l’attesa, la vita. E poi quelle matasse annodate e disfatte, e le
tele intrecciate. Quelle che suggeriscono il titolo dell’opera. «Sicuramente – spiega
l’autrice – “Tele sfilacciate” come metafora della vita, che logora, si disfa, separando
le filacce e riducendo il tessuto in fili sottili. Così, a volte, gli eventi, gli affetti si
disgregano, perdono vigore, la vita diventa come un tessuto a trama larga, che si
sfrangia e  si slega. Ma il nostro vivere ci regala, poi, la possibilità di recuperare
quella  contemporaneità nei fili di una vita che si sviluppa e fa percepire quelle nuove
frange come un elemento che ci contraddistingue e rappresenta la nostra unicità, nel
tempo,  in divenire».
E a proposito del tempo, Alessandro Quasimodo nella Prefazione scrive: «La
riflessione dell’autrice sul ruolo del tempo nell’esistenza del creato si manifesta in
questa lirica: “Tempo/ che percorri le strade degli anni…/ Tempo tiranno/ che togli il
respiro…/ Tempo di vita/ che lascia in bocca l’amaro silenzio”. L’anafora tempo
dimostra come sia arduo superare angosce e inquietudine di fronte alla precarietà che
caratterizza il destino di ogni essere vivente. Eppure quel silenzio, simile a un incubo,
può trasformarsi in ascolto che rasserena e che ci mette a contatto con l’infinito,
ricomponendo le antitesi: indefinito-definito, tenebre-luce, caldo-freddo». Una serie
di contraddizioni, da cui, però, è possibile trovare un’armonia. «Se pensiamo, ad
esempio, alle cose belle – afferma la Pisanello – che abbiamo conquistato attraverso
esperienze spiacevoli, possiamo capire come felicità e conflitto sono in
contraddizione tra loro, ma da lì nasce l’equilibrio. Armonia, coerenza, incoerenza, ci
spingono, comunque, ad agire mettendo in sinergia il pensiero, le emozioni, le azioni.
Penso sia un lungo percorso, che implica un conoscersi, mettersi in discussione. Sono
in armonia quando in questa “danza” tra positivo e negativo abito il mio “tempo”».
In questa ricerca continua di un equilibrio tra contraddizioni, la poesia riveste
per la scrittrice un ruolo centrale. «Mi aiuta a mettere a fuoco le emozioni –
racconta – mi riconnette con il mio “ io”  più profondo, che spesso la quotidianità
annulla. La poesia amplifica il senso di tutto ciò che vivo attraverso le metafore, mi
aiuta ad elaborare i pensieri, per eliminare quelli tossici ed evitare che ristagnino». E,
parlando del suo percorso stilistico, Daniela Pisanello, lo definisce «un viaggio che
non ha fine». «Di solito scrivo di getto – svela l’autrice – senza badare alla metrica,
alla punteggiatura. A ruota libera. Ciò mi permette  di sondare le emozioni. Solo
dopo, incornicio le frasi con la punteggiatura. Osservatrice del mio tempo,
sperimento, attraverso una lettura della realtà, taglio e limo ciò che scrivo, finché non
ne sono completamente soddisfatta. Sono così in tutte le cose che faccio, mai
appagata, pervasa da una specie di  inquietudine, sulla pelle, nell’anima».

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