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Un carabiniere puttaniere dà la caccia al mostro dei boschi

confine giorgio glaviano

Boschi della Maremma. Due ragazzi vengono ritrovati dopo settimane di prigionia. Ma al carabiniere semplice Fabio Meda non importa. Così come non gliene frega niente della caccia a quello che i media hanno iniziato a chiamare l’Orco di Velianova. Anzi, più a lungo l’Orco spadroneggia in quell’immenso mare verde fatto di alberi e silenzio, più lui può lucrare accompagnando turisti del macabro e facendo loro da cicerone della morte. 

Si intitola “Il Confine” (Marsilio, 303 pagg. 17 euro) il secondo romanzo dello sceneggiatore Giorgio Glaviano, uscito il 21 marzo nella collana Farfalle. 

Una storia cruda, palpitante, coinvolgente in cui si esplorano gli abissi delle ossessioni umane. Il protagonista, Fabio Meda deve ripagare un debito. Ne ha contratti decine con la vita, solo che stavolta si tratta di salvare la sua ex moglie. Deve trovare tanti soldi e subito ed è disposto a tutto, anche a varcare l’ennesimo confine. Ma sarà l’incontro con la bellissima e sfuggente bulgara Nevena a rimescolare le carte. Meda sarà costretto a indagare sull’Orco. Un’indagine non autorizzata, solitaria e pericolosa. Perché non soltanto si ritroverà contro il mostro che rapisce e uccide ragazzi, ma anche l’eroico capitano Rio e poi lo strozzino che lo tiene sotto scacco e infine la potente famiglia degli Arduino.

Se non bastasse, Meda ha anche un altro nemico: se stesso. È affetto da dipendenza sessuale, una malattia che da due anni lo costringe a umiliarsi e che lo ha precipitato in un abisso dal quale non riesce più a riemergere. Meda ha attraversato molti confini cui la maggior parte degli esseri umani non osa nemmeno avvicinarsi, ma sarà quest’ultimo quello che decreterà la sua fine. O, forse, la sua rinascita. “Il Confine”, visto il carattere così originale del suo protagonista, ha già attirato l’interesse dei produttori per farne un film o una serie. 

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