«Questa è una storia vera, ma vera fin nei minimi dettagli. Vera – come spesso si dice – al 101%. Ho
voluto che il racconto fosse conciso, serrato: PAM, PAM, PAM. I fatti, soprattutto, i fatti così come
si sono svolti. E perché ho voluto questo? Perché sono sicuro che questo racconto, proprio lui, non
vuole né fronzoli, né lungaggini». Dalle parole dell’autore Costantino Casilli, insegnante di Yoga,
si comprende subito il senso della sua ultima opera dal titolo “Una stupefacente fuga da Sana’a”,
edito nella collana “I Diamanti della Narrativa” dell’Aletti editore. Il libro, come suggerisce
chiaramente il titolo, racconta la rocambolesca fuga di Costantino Casilli dallo Yemen del Nord,
quarant’anni fa. A tale fuga il protagonista fu costretto in quanto, otto mesi prima, gli era stato
sequestrato il passaporto a causa di una presunta inadempienza commerciale, tra l’altro non
commessa da lui, ma da suo padre. Dopo i primi sei mesi di permanenza forzata a Sana’a,
Costantino fu minacciato di restrizione in un carcere duro, e quindi, da quel momento, non gli restò
altro che organizzare e tentare la fuga. Fuga alla fine riuscita, ma a prezzo di durissime e pericolose
vicissitudini.
Alla narrazione, suddivisa in ventiquattro capitoli, fanno seguito cinque appendici: il racconto di
alcune gravi difficoltà – sia di vita che di salute – affrontate dal protagonista; considerazioni sullo
Yoga e sulla seconda moglie di Costantino, l’ucraina Lyuba Prus; lettera al primogenito Ruben e
lettera al secondogenito Dario; racconto di una particolarissima esperienza vissuta a Montecarlo,
nell’illusorio tentativo di guadagnare al gioco d’azzardo mediante un presunto sistema vincente…;
elogio del silenzio. «Non ho nessuna difficoltà – afferma l’autore che attualmente vive a Napoli –
nel “mettermi a nudo”. Anzi, al contrario: ritengo che la più autentica vocazione di uno scrittore
sia proprio questa: “mettersi a nudo”, del tutto “spiattellato” su un tavolo operatorio e pronto
a farsi vivisezionare. E' questa la mia vocazione. Soltanto così – in assoluta sincerità – sarà per me
possibile essere utile, non dico a tutti, ma almeno a qualcuno dei miei lettori. L’ideale della mia
vita, infatti, è proprio quello – sempre nel centro della mia umiltà – di rendere servizio».
Un’opera in cui nulla è “romanzato”, ma tutto ciò che viene raccontato in maniera sintetica è – come
riferisce lo stesso Casilli – sensibilmente di meno rispetto alla realtà vissuta. In questo, aiuta la
disciplina dello Yoga, che il maestro Casilli pratica da oltre 47 anni, così come risulta importante e
decisiva in tutte le circostanze della vita. Il racconto – spiega lo scrittore – si caratterizza per uno
stile sintetico ma anche ricco di grassetti, sottolineature, “spezzamento” delle righe, tanto da rendere
possibile e facilitare anche una lettura ad alta voce. «Desidero semplicemente trasmettere al lettore,
ma specialmente alla lettrice, la mia esperienza globale e le mie esperienze particolari, nella
speranza che – in almeno qualcosa – vi si possa riconoscere e “specchiare”, così da ricavarne una
certa utilità». Questo è l’obiettivo dell’autore, cittadino del mondo, nato a Gondar in Eritrea, che, tra
un trasloco e l’altro, in Italia e nel mondo, ha vissuto in più di 140 case.
Federica Grisolia