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Vincino: un genio della satira colto e spesso poetico, non avvelenato dall’ideologia

Vincino, siciliano trapiantato a Roma, dove ieri è mancato, era uno di quei rari disegnatori che con una vignetta fanno capire più cose che non un editoriale. Formidabile nel tratto che “fermava” l’essenza fondamentale di fatti e personaggi

Aveva vissuto con disincanto molte stagioni politiche e lavorato per tanti giornali. Negli ultimi ventidue anni Vincino era il vignettista del Foglio, dove spesso metteva alla berlina lo stesso fondatore Giuliano Ferrara e i molti politici transitati per il suo “cuore”. Ieri Il Foglio annunciava sul proprio sito la morte di Vincino (Domenico Gallo, nato a Palermo nel 1946) con un editoriale e un autoritratto che lo raffigura, e sotto la scritta “Comunque sarò il prossimo James Bond” (di sicuro)“.

Fu sempre fedele all’unica legge che riconosceva, quella dell’irriverenza, anche con burle e performances di ogni genere. Tra le false prime pagine dei giornali, quella di Paese Sera: “Arrestato Ugo Tognazzi. E’ il capo delle Br”. Erano gli anni in cui si cercava il “grande vecchio” ed era anche quello un modo per ribaltare il tavolo. Nel 1978 un fasullo Corriere dello Sportannunciava la cancellazione dei mondiali. Beffe, come quando travestito da Craxi si presentava ai comizi del Psi.

 

 

 

Sotto: vignette di Vincino tratte da tpi.it

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