Non c’è niente da ridere: negli Stati Uniti, il problema dei pupi che si infilano nelle strutture di vetro piene di peluche per afferrarne uno senza mettere la moneta, né azionare la pinza-artiglio, è sempre più attuale. I genitori sono disperati
Ormai i giornali titolano ogni quindici giorni: “La Claw Machine ha fatto un’altra vittima”, intendendo per Claw Machine proprio questa “trappola di cristallo” che i pupi vedono come il paradiso dei giocattoli e per “vittime” i bimbi rimasti intrappolati dentro e poi liberati fortunatamente senza un graffio.
Per quanto possa sembrare impossibile, un ragazzino da tre a sette anni riesce a entrare nella fessura da cui si estraggono i regali “pescati” nel mucchio: salendo poi su per il corridoio verticale, le pesti arrivano proprio in mezzo alla “vasca” dei giocattoli senza più sapere come uscire. Anzi, meglio per la loro incolumità che non escano da dove sono entrati.
Cosa fare in questi casi? Come liberare il piccolo Houdinì dalla tanto odiata pinza meccanica? Nonostante le prevedibili risatine, il vedemecum sulle regole da osservare in caso di “bambino nella macchina della pesca meccanica” sono serie, poche ma perentorie.
Innanzitutto, stare calmi. Il pupo non è entrato in un pericoloso ingranaggio la cui pinza gli strapperà il cuore. E’ solo in una teca di cristallo come fosse un topolino e c’è bisogno solo di una chiave per aprirla. Per di più non è una cassaforte, ma ha una banale serratura che può essere aperta con grande facilità. Se i genitori sono calmi, il bambino non andrà nel panico.
Chiamare il proprietario del bar, della sala giochi, de parco di divertimenti, del luogo dove si trova “la pesca meccanica”, perché lui ha la chiave: infatti, quando i giochini finiscono, è compito suo “rimpinguare” il tesoro. Spesso sul vetro è attaccato un adesivo con i numeri da chiamare in caso di necessità. Magari non sono quelli giusti per segnalare un bambino nell’apparecchio ma sapranno dirvi come intervenire.
Staccare la spina dell’apparecchio. Meglio che il braccio meccanico non si muova per non ferire incidentalmente il “prigioniero”. Non ci sarebbe bisogno di dirlo, ma gli americani son chiari: non tentate di “pescare” il bambino.
Non tentare nemmeno di sfondare le pareti di vetro con un corpo contundente: vostro figlio correrebbe il serio rischio di venire ferito dalle schegge di vetro e un banale incidente potrebbe trasformarsi in una situazione pericolosa.
Non preoccupatevi: non morirà soffocato perché l’ossigeno entra dalla grossa apertura da cui è entrato anche il bambino. Se dovesse avere caldo, controllate che ogni apertura dell’apparecchio venga tenuta spalancata e, se è all’esterno, riparatelo con un paravento di fortuna.
Non iniziare a scherzare, a prenderlo in giro o a fare i selfie sorridenti con lui sullo sfondo. Il piccolino si può sentire umiliato e quindi iniziare a piangere, peggiorando la situazione visto che comunque è chiuso in uno spazio ridotto.
Non sgridatelo: comprensibilmente, se non altro perché il fatto è curioso e tutti saranno lì intorno a vedere il bambino “inghiottito dalla macchinetta della pesca”. Già si sentirà abbastanza mortificato di suo.
Una volta liberato il pupo, calmatelo e rassicuratelo. Ma poi preferite un parco giochi le cui macchinette eroghino solo giochini grandi quanto una pallina da ping pong.