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Il Museo subacqueo per aiutare la barriera corallina, fra statue e alghe

A Lanzarote, in Spagna, un’artista ha realizzato un’incredibile opera costituita da statue a grandezza umana che fungeranno da habitat per i microrganismi marini, mostrando al mondo l’importanza di preservare i mari.

(Alert Diver) Jason deCaires Taylor è scultore, ambientalista e fotografo subacqueo professionista. Tra i suoi progetti recenti più noti c’é il Museo Atlantico, una collezione di oltre 300 sculture sommerse a Lanzarote (Spagna), il primo del suo genere nelle acque europee. 

Come sei diventato uno scultore subacqueo?

Ho iniziato la mia formazione come scultore 20 anni fa a Londra, quando ero già subacqueo. Dopo aver lasciato la scuola d’arte, ho fatto molti lavori diversi, incluso quello d’istruttore sub. Nel corso degli anni, ho iniziato a pensare di più al mare come uno straordinario spazio creativo, e su come delle opere d’arte potevano diventare dei reef artificiali.

Con questo in mente, dieci anni fa ho deciso di costruire un complesso scultoreo sommerso nei Caraibi. Sono partito con un piccolo progetto, in un’area che era stata piagata da un uragano. Con quel parco sommerso, ho voluto portare qualcosa di nuovo e attirare l’attenzione della gente sulle aree naturali più fragili. Da allora ho realizzato circa 800 sculture subacquee.

Come nasce la tua attrazione per l’oceano e cosa significa per te?

Ho sempre vissuto vicino alla barriera corallina. Quando ero piccolo, i miei genitori spesso affittavano una barca nel weekend, così potevamo esplorare le isole incontaminate della Thailandia e della Malesia. Sono stato molto fortunato a poter vivere esperienze così speciali, che hanno lasciato un’impronta duratura nella mia mente e mi hanno spinto ad esplorare confini artistici e geografici.

L’oceano è questo incredibile spazio dove posso scollegarmi, un mondo silenzioso dove sono completamente solo nei miei pensieri. È come attraversare una linea, migrare verso un altro mondo, un’altra realtà. Un posto davvero speciale.

Qaul’è il tuo obiettivo come artista?

Le mie opere non si limitano all’aspetto artistico e creativo, ma riguardano la protezione dell’ambiente marino. A livello pratico, creano dei veri e propri reef artificiali, offrendo a coralli e ad altri organismi marini una superficie alternativa dove vivere, ed habitat dove poter rifugiarsi.

Ad un livello più ampio, l’obiettivo è quello di sensibilizzare le persone agli habitat più fragili ed avvicinarle all’ambiente marino. È un mondo nascosto, spesso dimenticato. Attraverso il mio lavoro, voglio attirare l’attenzione sulle molte questioni che riguardano i nostri oceani, evidenziando la loro incredibile bellezza e fragilità.

Perchè è importante lanciare l’allarme su come l’ambiente marino è trascurato dall’uomo?

M’immergo da oltre 20 anni. Ho visto aree che erano un tempo incontaminate, barriere coralline magnifiche, piene di ogni sorta di vita. Spesso, quando ritorno in alcuni di questi stessi siti, li trovo completamente rovinati. Oggi le previsioni scientifiche sul futuro degli oceani sono estremamente pessimistiche. Sono molto preoccupato per questo. Vorrei tanto che i miei figli possano vivere quello che ho avuto modo di vivere io quando avevo la loro età.

Che ruolo ha l’arte nella sensibilizzazione?

Penso che l’arte sia uno strumento chiave. Gli scienziati possono trasmettere fatti e informazioni ma, come tutti sappiamo, gli esseri umani sono creature molto impulsive ed emotive. Sento che l’arte ha la capacità di arrivare veramente alle persone, alla loro sensibilità. Spero che attraverso questo tipo di connessione, le persone trovino le ragioni profonde per proteggere i nostri mari.

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