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Inventario italiano: seconda puntata. Dagli amori di Zeus a come misurare i pesci

Volete sapere chi sono i Cj, i CRIC, i FICP, gli OCSO, gli OMI, gli ORSA, gli inquietanti SSS, i SAC (niente a che vedere con il cul-de)? E non confondete questi PFM con la mitica Premiata Forneria Marconi…

Alcune “sigle solite a usarsi per indicare i vari Ordini, Congregazioni e Istituti Religiosi”

CCRRMM: Chierici Regolari Minori (Caracciolini); CJ: Giuseppini del Belgio; CRIC: Canonici Regolari dell’Immacolata Concezione; CVUOSB: Benedettini Vallombrosani; Eud: Eudisti; dCdG: Compagnia di Gesù (Gesuiti); FICP: Fratelli dell’Istruzione Cristiana di Ploermel; OC: Carmelitani dell’Antica Osservanza; OCSO: Cistercensi Riformati (Trappisti); OdeM: Mercedari; OMI: Oblati di Maria Immacolata; OP: Frati Predicatori; ORSA: Recolletti di S.Agostino (Agostiniani); PFM: Piccoli Fratelli di Maria; SA: Frati Francescani dell’Atonement (Franciscan Friars of the Atonement); SAC: Società dell’Apostolato Cattolico; SSS: Sacerdoti del Santissimo Sacramento; TOCD: Terziari Carmelitani Scalzi Malabaresi.

 

Un paio di notizie di cronaca concernenti religiosi distratti

 

Diacono ortodosso passa col rosso. Positivo all’alcol-test . Recidivo, ma stavolta era in bici

VERONA — La notizia arriva alle 14 e cinque minuti di ieri, sotto forma di comunicato. «Un religioso ortodosso romeno in stato di ebbrezza ha provocato ieri pomeriggio un incidente stradale attraversando un incrocio nonostante il semaforo fosse rosso». Il diacono che beve due gotti di troppo e fa danni per il mondo va evidenziato. Tanto più, par di capire, se sotto la dalmatica c’è un cuore (anche un fegato, per carità) nato dalle parti di Tirana.
Nello stesso comunicato, poche righe sotto, si spiega come il religioso di 21 anni girasse in via Mameli con la bicicletta e lì sia «stato investito da una Fiat 500 guidata da un veronese di 38 anni». Un’ora e mezzo più tardi, sulla medesima vicenda arriva il «lancio» dell’Ansa, che spiega: «Un diacono ortodosso romeno in stato d’ebbrezza è passato col rosso in sella alla sua bicicletta ed è stato investito». Solo dopo, una volta sottoposto il ragazzo all’alcol test, è emerso lo stato d’ebbrezza.
C’è un altro elemento da raccontare, per completare la cronaca del fatto. Ovvero come il diacono di Romania, poche settimane fa, sia stato segnalato per guida in stato d’ebbrezza. Dopo l’incidente di ieri, la segnalazione è divenuta una denuncia, che avrà le conseguenze del caso.
Nei giorni scorsi, i rappresentanti della comunità romena veronese hanno scritto al prefetto, Italia Fortunati, per chiedere, in sintesi, maggior rispetto per gli immigrati che in Italia, dunque anche a Verona, lavorano e soprattutto vivono, nel rispetto della legge. La stessa lettera è stata spedita al sindaco e al presidente della Provincia. Tanti romeni, cinquecento, hanno sottoscritto la semplice richiesta. Perché, evidentemente, sentono un problema. C’è per loro, quel problema, e c’è per tanti italiani, secondo una prospettiva rovesciata. E che una vittima faccia notizia anche per lo Stato da cui proviene è una prova ulteriore del fatto che la questione esiste.

 

Suora lo travolge. Anziano in coma

SAN FIOR (Treviso)— Suora investe pensionato a San Fior, lungo la Pontebbana. Un anziano si trova ricoverato in coma, al Ca’ Foncello. Forse l’uomo, intento ad attraversare la Statale 13, non s’è nemmeno accorto dell’arrivo della macchina. Il sinistro è avvenuto in viale Europa, nei pressi del sottopassaggio. Secondo la polstrada di Vittorio Veneto, il 74enne Mario Gatto, stava passando da una parte all’altra della carreggiata.

 

TAVOLA DEGLI AMORI DI ZEUS

Femmine

Parentela

Figlia di

Figli nati dalla relazione

Afrodìte *

 

 

Eros

Alcmene

 

Elettrione

Eracle

Antiope

 

Nitteo

Anione, Zeto

Calice

 

 

Endimione

Callisto

 

Licaone

Arcade

Climene

 

 

Mirtilo

Danae

 

Acrisio

Pers eo

Demetra *

Sorella

Crono

Persefone, Iacco?

Dia

 

Eoneo

Piritòo

Egina

Nipote

Asopo

Eaco

Elettra *

 

Atlante

Giasione, Armonia, Dardano

Era *

Sorella

Crono

Ebe, Eris, Efesto?, Ares?

Eurinome *

Cugina

Oceano

le Cariti, Asopo

Europa

 

Agenore

Sarpedonte, Radamanto, Minosse

Io

 

Inaco

Epafo

Lamia

 

Belo

Scilla

Laodamia

 

Bellerofonte

Sarpedonte

Latona *

Cugina

Coio

Apollo, Artemide

Leda

 

Testio

Elena, Polluce

Maia *

 

Atlante

Ermes

Meti *

Cugina

Oceano

Atena

Mnemosìne *

Zia

Urano

le Muse

Nemesi *

Cugina

Oceano

Elena?

Pasifae

 

Elio

Ammone

Persefone *

Figlia

Demetra

Zagreo, Stige

Pluto *

 

Crono

Tantalo

Semele

 

Cadmo

Bacco

Temi *

Zia

Urano

le Ore, Moira

Taigete *

 

Atlante

Lacedemone

 

Alcune notizie storiche sui Quattro Santi Coronati

La loro memoria, chiaramente leggendaria, non è più nel Calendario della Chiesa: ma perdura il loro ricordo, non tanto e non soltanto nella devozione, ma nell’arte, perché i Quattro Santi Coronati sono considerati, per remota tradizione, protettori degli scultori.

Secondo la leggenda, erano scalpellini che lavoravano nelle grandi cave di marmo e di porfido dell’attuale Jugoslavia, a nord di Sirmium. Si chiamavano Claudio, Nicostrato, Simproniano e Castorio. Erano qualcosa di più di semplici operai, anche se qualcosa di meno di scultori, nel senso oggi attribuito di solito a questa parola.

Una cosa era certa: i quattro tagliapietre cristiani erano i migliori artigiani tra i molti che lavoravano nelle cave della Pannonia. Tanto bravi, che i compagni, nella loro ignoranza, li credevano aiutati dalla magia. Formule magiche sarebbero stati i segni di croce che essi tracciavano prima di intraprendere il lavoro; formule magiche le preghiere e i cantici ripetuti insieme durante l’opera.

L’imperatore Diocleziano, che nella vecchiaia si era stabilito a Spalato, in Dalmazia, e si era dedicato a grandi opere di architettura e decorazione, visitava spesso le cave della Pannonia. Sceglieva i blocchi di materiali e commetteva volta per volta il lavoro desiderato.

Egli conosceva i quattro bravissimi scultori e ammirava l’opera loro. Anche per questo, nessuno, tra i compagni di lavoro e tra i superiori, osava denunziare come cristiani gli ottimi tagliapietre.

Tutto andò per il meglio, finché l’imperatore fece scolpire agli artisti cristiani colonne di porfido in un sol blocco, capitelli a foglie, vasche ricavate da un solo blocco di pietra, e perfino un grande carro del sole trainato da cavalli. Gli scultori cristiani lo eseguirono alla perfezione, perché opera puramente decorativa.

Ma un giorno, l’imperatore ordinò loro di scolpire genietti e vittorie, amorini e figure mitologiche. Tra queste, un simulacro di Esculapio, dio della salute. Per il giorno fissato, genietti e amorini furono pronti, ma non la statua di Esculapio. Diocleziano pazientò, ordinando ancora aquile e leoni, che furono presto fatti. Non fu fatto, però, il simulacro di Esculapio.

Diocleziano interrogò personalmente gli scultori cristiani, mostrandosi assai generoso verso quegli artefici da lui così ammirati. Ma i compagni invidiosi e i superiori gelosi facevano pressione.

Venne imbastito il processo, e la macchina della legge, messa in moto quasi contro la volontà imperiale, travolse gli artefici cristiani, che vennero gettati nel Danubio, chiusi entro botti di piombo.

Poco dopo, le loro reliquie furono portate a Roma, e ai Quattro Santi Coronati s’intitolò, sul Celio, una delle più antiche chiese romane, diventata poi titolo cardinalizio. Ma a Roma, quasi per gelosia di tanti onori dedicati a quattro Martiri stranieri, ai Coronati autentici, patroni degli scultori, vennero sovrapposti quattro leggendari Martiri di Roma, con i nomi di Severo, Severino, Carpoforo e Vittorino.

A Firenze i Quattro Santi Coronati furono scelti come protettori dei Maestri di pietra e di legname, i quali, per il loro tabernacolo in Orsanmichele, ordinarono le statue a Nanni di Banco. Egli scolpì una per una le quattro figure, ma quando si trattò di farle entrare nella nicchia del tabernacolo, dovette ricorrere al suo maestro Donatello, il quale le ” scantucciò ” in modo da farle sembrare abbracciate. E per compenso non chiese a Nanni di Banco che una cena, per sé e per i suoi lavoranti, una cena a base d’insalata!

Romano, figlio di un diacono di nome Stefano, eletto papa il 19 ottobre 615. Morì l’8 novembre 618. E’ sepolto a Roma in San Pietro.

Il numero Quattro: Secondo il Bacci, è il più perfetto tra i numeri, essendo la radice degli altri numeri e di tutte le cose. Esso rappresenta la prima potenza matematica, e la virtù generatrice da cui derivano tutte le combinazioni. È l’emblema del moto e dell’infinito, rappresentando quanto non è né corporeo né sensibile. Il quattro. è scomponibile in 1 + 3, la Monade ed il Triangolo, e simboleggia Apollo, l’Eterno, l’essere vivente portatore di Dio, cioè l’uomo che porta in sé il principio divino(tre sono i punti che rappresentano la Trinità ed uno, esterno alla Creatività, l’umano; quando si uniscono i tre punti all’uno la figura geometrica che ne deriva è una losanga o rombo ovvero la Croce Cosmica). Il quaternario era il simbolo usato da Pitagora per comunicare ai discepoli l’ineffabile nome di dio, che per esso significava l’origine di tutto ciò che esiste. È nel quaternario che si trova la prima figura solida, simbolo universale dell’immortalità, ovvero la Piramide. Gli Gnostici pretendevano che l’intero loro edificio scientifico riposasse su un quadrato, i cui angoli esprimevano il silenzio, la profondità, l’intelligenza ed il vero. Secondo il Ragon, se il triangolo forma la base triangolare della piramide, il quaternario, con l’aggiunta dell’unità, ne forma il compimento, la punta, il vertice, la sommità, la prima figura solida. Secondo Pitagora, dalla Monade (l’Uno) derivò la Duade indeterminata, dalla loro unione tutti i numeri, dai numeri i punti, dai punti le linee, dalle linee la superficie, da questa i solidi, dei quali gli elementi sono quattro; il Fuoco, l’Acqua, l’Aria e la Terra; e dai solidi i corpi, la Decade o l’Universo. È considerato dalla simbologia operativa il numero della realtà e della concretezza, dei solidi così come delle leggi fisiche, della logica e della ragione. Il numero quattro è rappresentato con molta evidenza nella figura alchemica dell’Androgino, il Rebis, di Basilio Valentino.

 

Vitigni antichi della Locride individuati dal prof. Scienza

 

In un vigneto di proprietà del prof. Orlando Sculli, il docente universitario prof. Scienza ha notato una quantità di circa 40 vitigni insoliti e molto strani. Da questa osservazione è partita una ricerca più accurata e dettagliata che nel giro di soli tre anni ha portato alla riscoperta di qualcosa come oltre 200 vitigni antichi.

Il prof. Sculli ha esplorato ” solamente ” 13 zone calabresi, zone in cui si rifugiavano diversi profughi provenienti dal Medio Oriente, in diverse epoche storiche, in quanto molti reperti archeologici sono stati ritrovati vicini a queste piante ” labrusche ” o selvatiche.

 

Alcuni di questi vitigni dimenticati:

Negrello alato;

Negrello carbonaio;

Negrello palmigiana;

Negrello zinnarico 1,2,3;

Lampazona;

Malvasia nera;

Lacrima nera;

L’Uva del Monaco;

Occhio di Lepre;

Occhio di gatto;

Guardavalle appannata, oro antico, della cimice;

Greco di Ferruzzano;

Negrello bastardo;

Tondolina;

Ruggine di Brancaleone;

Zibibellu di Ferruzzano;

Biancolina;

Piuzzuta bianca e nera;

Rudina prima.

 

 

Vitigni antichi del riminese, per par condicio

Uve bianche

Cargarello

Ciurlese

Famoso

Rebola

Scroccona

Varano

Verdetto

Vernaccia

Vernaccina

 

Uve rosse

Canino

Marzabino

Verucchiese

 

Uve “da colore”

Tintòria
Colorino
Colore

Uva da colore

Chi è appassionato di “Archeologia Viticola”, sa riconoscere nei relitti di vecchi vigneti diverse uve tintorie che spesso non hanno un nome varietale ben definito ma vengono identificate con nomi generici che fanno riferimento alla loro forte capacità colorante. In passato in tutte le zone a forte vocazione vitivinicola, le uve da colore hanno rivestito un ruolo importante, come vitigni complementari, per ottimizzare la qualità dei vini rossi.
L’accorto viticoltore, sapendo il grande peso che ha l’andamento stagionale nel determinare la gradazione zuccherina e il colore delle uve rosse, usava mescolare nel vigneto una certa quota di uve tintorie. Questo accorgimento permetteva di compensare nelle annate sfavorevoli la possibile scarsità di colore delle uve principali e aiutare, anche in annate normali, il mantenimento di una tonalità giovane di colore ai vini.

 

TABELLA MISURE MINIME DEI PESCI AMMESSE ALLA CATTURA

Curioso notare come l’Ue di molti tipi di pesci si disinteressi completamente

NOME COMUNE

NOME BIOLOGICO

MIS. MINIMA Comunità Europea

MIS. MINIMA Italia

Acciuga

Engraulis encrasicolux

cm. 9

cm. 9

Aguglia

Belone belone

 

cm. 25

Alosa

Alosa fallax

 

cm. 30

Anguilla

Anguilla anguilla

 

cm. 28

Boga

Boops boops

 

cm. 15

Budego

Lophius budegassa

 

cm. 20

Cefalo

Mugil sp

 

cm. 25

Cernia

Pinephelus guaza

 

cm. 30

Cernia

Ephinephelus spp.

cm. 45

 

Cernia di fondale

Polyprion americanus

cm. 45

cm. 45

Corvina

Sciaena umbra

 

cm. 20

Dentice

Dentex sp

 

cm. 30

Grongo

Conger conger

 

cm. 50

Lampuga

Stromateus fiatola

 

cm. 60

Linguattola

Citharus linguatula

 

cm. 15

Leccia

Lichia amia

 

cm. 60

Luccio di mare

Sphyraena sphraena

 

cm. 30

Merluzzetto

Trisopterus minutus cap.

 

cm. 12

Merluzzo

Merluccius merluccius

cm. 20

 

Mormora

Lithognathus mormyrus

 

cm. 15

Muggine

Mugil spp.

cm.16

 

Muggine

Liza sp

 

cm 20

Murena

Muraena helena

 

cm. 60

Murena nera

Gymnothorax unicolr

 

cm. 60

Mustella o mustia

Phycis blenneoides

 

cm. 20

Nasello

Merluccius merluccius

 

cm. 20

Occhiata

Oblada melanura

 

cm. 15

Occhione

Pagellus bogaraveo

 

cm. 25

Ombrina

Umbrina cirrosa

 

cm. 25

Orata

Sparus auratus

cm. 20

cm. 20

Pagello

Pagellus spp.

cm. 12

 

Pagello bastardo

Pagellus acarne

 

cm. 15

Pagello fragolino

Pagellus erythinus

 

cm. 20

Palamita

Sarda sarda

 

cm. 25

Parago

Pagrus pagrus

cm. 18

cm. 25

Pesce San Pietro

Zeus faber

 

cm. 30

Pesce spada

Xiphias gladius

cm. 120

cm. 140

Potassolo

Micromesistius poutassou

 

cm. 20

Rana pescatrice

Lophius spp.

cm. 30

 

Rana pescatrice

Lophius piscatorius

 

cm. 40

Ricciola

Seriola dumerili

 

cm. 60

Rombo chiodato

Psetta maxima

 

cm. 25

Rombo liscio

Scophthalmus rhombus

 

cm. 20

Rombo quattrocchi

Lepidorhomubus b.

 

cm. 20

Salpa

Salpa salpa

 

cm. 15

Saraghi

Diplodus spp

cm. 15

cm. 20

Sgombro

Scomber scombrus

cm. 18

cm. 18

Sogliola comune

Solea vulgaris

cm. 20

cm. 20

Sparlotta

Diplodus anularis

 

cm. 12

Spigola

Dicentrarchus labrax

cm. 23

cm. 25

Sugarello

Trachurus spp.

cm. 12

 

Surello o suro

Trachurus mediterraneus

 

cm. 12

Tanuta

Spondyliosoma cantharus

 

cm. 15

Tonnetto

Euthynnus alletteratus

 

cm. 30

Tonno

Thunnus thynnus

cm. 70 o kg. 6,4

cm. 70

Tonno alalunga

Thunnus alalunga

 

cm. 40

Triglia

Mullus spp.

cm. 11

 

Triglia di fango

Mullus barbatus

 

cm. 11

Triglia di scoglio

Mullus surmuletus

 

cm. 11

Tordi

Labrus merula e Labrus vividis

 

 

 

COME MISURARE IPESCI

Le regole stabilite dagli articoli del DPR 1639 del 2 ottobre 1968, ma che per alcune specie sono state ridefinite dal Regolamento (CE) n.1626/1994:

Art. 90. Misurazione delle dimensioni.

La lunghezza dei pesci si misura dall’apice del muso, a bocca chiusa, fino all’estremità del lobo più lungo della pinna caudale, oppure all’estremità della pinna caudale, quando questa non presenta i due lobi. La lunghezza dei crostacei si misura dall’apice dell’occhio fino all’estremità posteriori dell’animale, compreso il telson. Le dimensioni dei molluschi bivalvi si riferiscono alla lunghezza massima o al diametro massimo delle conchiglie.

 

E che si fa se una specie, perché così l’ha fatta il Creatore, per sua natura non raggiunge il limite? No problem:

Art. 93. Pesca di specie adulte di piccola taglia.

Nessun limite di lunghezza è stabilito per le specie che allo stadio adulto non raggiugono le misure indicate negli articoli 87 e 88 (quelli delle rigide misure).

Questo si può pescare, purché sia adulto. Foto YOUng

(Segue)

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