Sul modello delle “Miscellanées di Mr. Schott”, best-seller francese che racchiude un mondo di cose futili, insignificanti, di poco conto…ma che, diceva Samuel Johnson, aiutano ad accedere all’arte somma, quella di soffrire il meno possibile
PREMESSA
Alcuni anni fa fu pubblicato in Francia un libro rilegato in tela rossa, di piccole e insolite dimensioni -12×21 cm., un centimetro in meno di altezza per poter essere classificato ‘in 16°’ secondo la misurazione antica dei libri, dunque già classificabile ‘in 8°’, ma per pochissimo-. Sulla sovracoperta bianco-latte il titolo “Les Miscellanées de Mr. Schott”, e l’autore, Ben Schott, curiosamente indicato in basso, dove generalmente c’è il nome dell’editore. Penso che già la dimensione insolita e l’eleganza del libro, da cui penzolava il segnalibro filiforme in seta attaccato alla legatura e dello stesso colore, pressoché scomparso, tranne che nelle edizioni di lusso destinate al numero sempre più esiguo di bibliofili, abbia determinato parte dello strepitoso successo delle Miscellanées. Ma veniamo al contenuto. Già folgorante la prima definizione nel risvolto di copertina: “una collezione unica di piccole cose senza importanza, essenziali”. Il francese è più efficace: “une collection unique de petits riens essentiels”, letteralmente “piccoli nulla essenziali”, affascinante a dirsi, ma impreciso nella traduzione. Il signor Schott, infatti, aggiunge a piè di pagina la definizione di “rien” che ne dà il vocabolario francese: “cosa senza importanza, insignificante, futile”. Dunque, non il nulla categorico che intendiamo noi italiani. Quando diciamo a un bambino che piange perché si è sbucciato un ginocchio “dài, smettila, non è niente”, mentiamo. Non è vero che non è niente (soprattutto per il bimbo che vede il ginocchio sanguinare), è, semmai, un danno di poca entità, passeggero. Un’amica francese piuttosto snob, seguace di Lacan (ma non saprei dire se le due caratteristiche siano collegate), incitandomi a mangiare del pesce a fronte di una mia riluttanza “dietistica” diceva, traducendo letteralmente in italiano, “ma cosa vuoi che sia, il pesce non è niente”. E questo dà la misura della differenza: anche nel caso presente, non è vero che il pesce “non è niente”. Innanzitutto è buonissimo e fa bene per via di quei pochi grassi e per di più insaturi. Poi ha, comunque, delle calorie, per quanto minime: a seconda del pesce, naturalmente. Il salmone è considerato un “pesce grasso” e di calorie ne ha molte.
Torniamo al risvolto di copertina, che va sempre letto con attenzione, perché -pochi lo sanno- è quasi sempre opera dell’autore, sia per l’indifferenza sostanziale alle sorti del libro da parte dell’”editor”, un semplice stipendiato, sia per motivi di marketing, perché l’autore è la persona più interessata a vendere il libro e questo spiega l’enfasi presente nei risvolti. “Quale altro libro” si leggeva nel risvolto “può vantare un indice dove coabitano l’Inferno di Dante e la cura del bucato, il caviale e i gradi Celsius, le gare in Eurovisione e la falconeria…dove, se non nelle Miscellanee, potreste trovare le informazioni più attendibili sul gatto di John Lennon, i fornitori ufficiali di cornamuse della regina Elisabetta, le fatiche di Ercole, e ancora le varie metodiche dell’omicidio spiegate da Miss Marple?”.
Stupenda, infine, la citazione di Samuel Johnson in chiusura del libro: “Non c’è una sola cosa, signore, che sia troppo piccola per un essere piccolo come l’uomo. E’ l’attaccamento alle piccole cose che ci fa pervenire all’arte somma, l’arte di soffrire il meno possibile e di essere il più possibile felici”.
Per quanto mi riguarda, ce n’era abbastanza per gettarmi a capofitto nella lettura del libro e, dopo, a cercare di imitarlo in chiave italiana. Con un titolo diverso: “Inventario italiano”, non perché mi sia inventato qualcosa, ma perché mi misi immediatamente a cercare, trovandone in quantità [inventario deriva dal latino invenire, cioè trovare], nelle montagne di libri vecchi e nuovi che ho per casa e, naturalmente, su internet, una quantità di riens che riescono anche a far sorridere su questo nostro sciagurato e bellissimo Paese.
Iniziai a sfogliare un volume ricoperto in candida pelle dai tagli dorati, con fodera originale anch’essa candida: l’Annuario Pontificio dell’Anno Santo 1950: un’edizione particolarmente elegante proprio per celebrare l’Anno Santo, che si apre con una mistica immagine a colori del Papa Pio XII con le braccia aperte. Decisi di consultare per prima la pagina indicata dal segnalibro in seta gialla e bianca: ed ecco mi si aprì davanti agli occhi un mondo medioevale e barocco, esaltato e mistico, solenne e punitivo, sontuoso e misericordioso nello stesso tempo, ancora intatto nell’anno che segnava la metà esatta del ‘900. Quello degli Ordini religiosi femminili. Trascrissi tutto febbrilmente, e il correttore automatico -che poi corressi a mia volta, lasciando tuttavia le sue interpretazioni suggestive e, in alcuni casi, molto terrene- mi fu di inconsapevole ausilio per accedere a ulteriori gradi di stupore.
Dalle Catechiste di Oruro, che non sono affatto sarde, come si potrebbe pensare, bensì argentine di Bue (Buenos Aires, come abbreviano gli argentini), alle Figlie di Maria Immacolata per il servizio domestico (Madrid), forse istituite per evitare che procaci e giovani domestiche potessero turbare la quiete delle famiglie dell’aristocrazia o dell’alta borghesia madrilena franchista. Dalle Vittime Espiatrici di Gesù Sacramentato (Napoli), che non sono un’invenzione letteraria di Wanda von Sacher-Masoch, ma, mi si permetta, qualcosa di molto più inquietante, alle Mariste di varia dislocazione che il correttore trasformava pervicacemente in “bariste” (e anche ora sono stato molto attento). Dalle povere Mercedarie che divengono in modo sistematico “mercenarie”, alle Crocifisse Adoratrici sempre di Gesù Sacramentato e sempre di Napoli. E poi suore Serve in quantità, Povere figlie, Riparatrici, Sacramentine, le ambigue Bigie citate anche da Paolo Villaggio, Piccole, addette ai Poveri del Boccon del Povero a Palermo, disinvolte Sisters texane o di Chicago, Egiziane Indigene ed Espianti a New York, dipendenti della Divina Pastora e Madri di Abbandonati (chissà se solo in senso figurato), Cieche di San Paolo a Parigi (fin dove può arrivare la devozione a un santo) e Guardamalati ad Auch, comune francese dell’Occitania da cui forse i malati tendono a fuggire…
Mancano solo le meravigliose Petites Soeurs de la Tentation du Purgatoire, protagoniste della sfilata di moda ecclesiastica -un capolavoro assoluto del cinema- del film “Roma” di Federico Fellini. Eccole:
Da Begood-Blogger
INVENTARIO ITALIANO – Prima parte
Ordini religiosi femminili esistenti nel 1950 (si ringrazia il correttore automatico per i generosi ma spesso inopportuni tentativi di collaborazione)
Suore Chieppine (Resistenza mAPPe)
Sacramentine di Maria Ausiliatrice (Roma); Ancelle Concezioniste del Divin Cuore (Siviglia); Ancelle Riparatrici del Sacro Cuore di Gesù (Messina); Ausiliatrici delle Anime purganti (Parigi); Benedettine dell’Adorazione perpetua di Clyde (San Giuseppe); Betlemite del Sacro Cuore di Gesù (Bogotà); Catechiste di Oruro (Buenos Aires); Compassioniste Serve di Maria (Castellammare di Stabia); Suore della Vergine Fedele (Bayeux); Domenicane della Beata Imelda (Venezia); Domenicane del Santissimo Rosario di Detroit (Detroit); Vittime Espiatrici di Gesù Sacramentato (Napoli); Figlie del Calvario (Messico); Figlie del Divin Zelo (Roma); Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue (Nocera dei Pagani); Figlie della Carità Serve dei poveri (Montréal); Figlie della Compassione Serve del Signore (Beauvais); Figlie della Divina Pastora (Siviglia); Povere Figlie delle Santissime Stimmate di San Francesco (Firenze); Figlie di Maria Immacolata per il servizio domestico ( Madrid); Figlie di Maria Santissima dell’Orto (Roma); Figlie Minime di Maria Immacolata (Leon); Suore Francescane Angeline (Torino);
Suora informatizzata. (Nonciclopedia Fandom)
Francescane della Beata Angelina (Roma); Francescane della Divina Pastora (Madrid); Piccole Suore degli Orfani (Belley); Francescane di Santa Cunegonda (Chicago); Francescane Elisabettine dette Bigie (Napoli); Guardamalati (Auch); Insegnanti della Santa Croce del Terz’Ordine di San Francesco in Menzingen (Basilea); Povere Suore Insegnanti di Nostro Signore Colocensi (Colocza); Madri degli Abbandonati (Valenza); Pie Madri della Nigrizia (Verona) –il correttore automatico corregge, naturalmente, Nigrizia con Pigrizia-; Maestre di Santa Dorotea Figlie dei Santissimi Cuori (Vicenza); Maestre Pie Filippini (Roma); Maestre Pie Venerini (Roma); Mantellate del Terz’Ordine dei Servi di Maria (Pistoia); Mantellate Serve di Maria di Galeazza (Bologna); Marianite della Santa Croce (Le Mans); Suore Mercedarie –ovviamente il correttore corregge in “mercenarie”– della Beata Maria Vergine della Mercede (Aix); Mercedarie di Berriz (Vittoria); Missionarie Catechiste dei Neri d’Africa (Menton); Missionarie Catechiste di Oruro (Buenos Aires); Missionarie della Società di Maria (St.-Foys-lès-Lyon); Missionarie dell’Assunzione di Grahamstown (Capo Buona Speranza); Canonichesse Missionarie di Sant’Agostino (Héverlé lez Lovain); Missionarie Zelatrici del Sacro Cuore (Roma); Ospedaliere di San Tommaso da Villanova (Aix); Oblate Convittrici del Santissimo Bambino Gesù (Roma); Oblate dell’Assunzione (Parigi); Piccole Operaie dei Santissimi –il correttore: serissimi!- Cuori di Gesù e Maria (San Marco e Bisignano); Pie Operaie dell’Immacolata Concezione (Ascoli Piceno);Orsoline dell’Unione Romana (Roma); Orsoline del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante (Roma); Orsoline di Calvarienberg (Treviri); Orsoline Parmensi del Sacro Cuore (?); Ospitaliere e Istitutrici del Terz’Ordine di San Francesco dette Francescane di Calais (Arras); Pallottine (Suore dell’Apostolato Cattolico) (Roma); Passioniste di San Paolo della Croce (Firenze); Penitenti Recollettine dell’Immacolata Concezione di Roosendal (Breda); Penitenti Recollettine di Oirschot (Bois-le-Duc); Piccola Missione alle Sordomute (Bologna); Piccole Serve del Sacratissimo Cuore di Gesù (Cracovia); Piccole Suore dell’Operaio (Lilla); Picpus (Congregazione dei Santissimi Cuori); Povere Clarisse Irlandesi dell’Immacolata Concezione (Armagh); Povere Suore Bonaerensi di San Giuseppe (Buenos Aires); Povere Suore Insegnanti di Nostra Signora (Backa);
Foto SPYit.
Religiose della Santa Unione dei Santissimi Cuori (Tornai); Religiose di Santa Giuliana o Apostoline del Santissimo Sacramento (Malines); Riparatrici dei Santissimi Cuori di Gesù e Maria, dette Suore della Riparazione (Milano); Suore Riparatrici del Sacro Cuore (Napoli); Suore Sacramentine (Bergamo); Scolare di Graz del Terz’Ordine di San Francesco (Segovia); Scolare del Terz’Ordine di San Francesco di Marburg (Roma); Suore Serve dei Poveri del Boccon del Povero (Palermo); Serve della Santa Infanzia di Gesù (Wurzburg); Serve dello Spirito Santo dell’Adorazione Perpetua (Ruremonda); Serve del Sacro Cuore di Gesù di Ragusa (Siracusa); Serve di Gesù Sacramentato (Guadalajara); Serve o Vittime del Sacro Cuore di Gesù (Namur); Sisters of the Immaculate Heart of Mary (Los Angeles); Società del Ritiro Cristiano (Tournai) –correttore: “Tornai”-; Società di Maria (Suore de la Retraite del Sacro Cuore di Gesù) (Angers); Suore Alcantarine del Terz’Ordine di San Francesco (Roma); SuoreAmanti di Gesù e Figlie di Maria Immacolata (Plasencia);
LaMarianna.eu
SuoreAngeliche (Milano); Suore Ausiliatrici delle Anime purganti (Parigi), Suore Benedettine della Divina Provvidenza di Voghera (Tortona); Suore Bigie (Rave) di Santa Elisabetta (Breslavia); Suore Celestine (Meaux); Suore Cieche di San Paolo (Parigi); Suore Crocifisse Adoratrici di Gesù Sacramentato (Napoli); Suore degli Angeli (Faicchio, Cerreto Sannita); Suore dei Poveri di Maiquetia (Caracas); Piccole Suore dei Vecchi Abbandonati (Valenza); Suore de la Tour Pitrat (Lione); Suore di Nostra Signora del Ritiro al Cenacolo (Parigi), Suore del Sacro Cuore del Verbo Incarnato (Roma); Suore della Madre Dolorosa (Roma); Suore dell’Adorazione del Preziosissimo Sangue di O’ Fallon (S. Luigi); Suore dell’Adorazione Riparatrice (Parigi); Suore del Sacro Cuore di Gesù di Avana (Avana); Suore della Beata Capitanio (Milano); Suore della Beata Marianna di Gesù (Riobamba); Suore della Carità dell’Ordine Teutonico (Vienna); Suore della Carità del Verbo Incarnato
(San Antonio, Texas); Suore della Carità vulgo Suore Grigie (Montréal);
Suore della Congregazione di Santa Maria o Suore Mariste –il correttore modifica, ovviamente, in “bariste”– (Versailles); Suore della Divina Provvidenza (Indianapolis); Suore della Divina Provvidenza di Voghera (Tortona); Suore della Divina Volontà (Bassano del Grappa); Suore dell’Espiazione (New York); Suore della Misericordia di Paramatta (Sydney); Suore della Provvidenza dell’Immacolata Concezione (Namur); Suore della Santa Croce e dei Sette Dolori (Montréal); Suore della Santa Umiltà di Maria (Davenport); Suore del Santissimo Salvatore di Santa Brigida (Roma); Suore del Terz’Ordine di San Francesco in Clinton (Davenport); Suore del Terz’Ordine di San Francesco della Penitenza e Carità (Milwaukee); Suore di Loreto ai Piedi della Croce (Louisville); Suore di Nostra Signora della Presentazione di Manosque (Digne); Guardiane Adoratrici dell’Eucaristia dette Suore di Saint Aignan (Orléans); Suore di Santa Dorotea di Cemmo di Capodimonte (Brescia); Suore di San Giovanni Battista e di Santa Caterina da Siena dette Vergini Medee (Genova); Suore di San Lodovico di Monaghan (Clogher); Suore Domenicane del Perpetuo Rosario (Camden); Suore Domenicane del Rosario Perpetuo (Roma); Suore Egiziane Indigene del Sacro Cuore (Sohag, Alto Egitto); Terziarie Cappuccine di Loano (Genova); Umili Figlie del Monte Calvario di Nostro Signore Gesù Cristo (Parigi); Suore Giapponesi della Visitazione (Tokio); Suore Infermiere dell’Addolorata (Como); Suore Francescane degli Afflitti (Las Vegas); Suore Francescane di Santa Cunegonda (Chicago); Suore Francescane Angeline (Torino).
Giovanni Battista Tiepolo, Santa Caterina da Siena