(Fmp) per sensibilizzare i pazienti oncologici e i loro familiari all’importanza di alimentarsi in modo sano, anche per mitigare gli effetti indesiderati della chemioterapia.
Il progetto, focalizzato sul trattamento non farmacologico di alcuni degli effetti secondari associati ai trattamenti oncologici, nasce dall’idea di aiutare il paziente a controllare maggiormente gli effetti collaterali attraverso percorsi guidati e condivisi di familiarizzazione e messa in pratica di modi di cucinare. In particolare si propone di preparare un pasto “migliore” rispetto ad un pasto “peggiore” per esplorare le relazioni tra alimentazione e benessere.
L’attività ha coinvolto alcuni pazienti oncologici e loro familiari in un corso di cucina. Il lavoro ai fornelli ha prodotto una parmigiana di melanzane, una minestra di pesce, un’ombrina in umido, bieta con noci e uvetta e come dessert frutti di bosco.
“Il progetto – spiega il professore Paolo Marchetti – è stato quello di riportare la mente all’interno di un percorso alimentare con il quale si confrontano i pazienti tutti i giorni, che ci chiedono sempre che cosa possono mangiare, se un determinato alimento fa male, se un altro fa bene”. (ANSA).