(ANSA) – ROMA, 14 MAR – A causa della siccità che ha colpito soprattutto il Nord Italia “il rischio che si corre è la possibilità davvero elevata che nel mese di luglio non ci sia acqua sufficiente per consentire al riso di completare il ciclo produttivo”. L’allarme arriva dall’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (Anbi), che sottolinea come il 2019 si prospetta un anno in cui, a causa della scarsa disponibilità di neve sulle montagne, si dovrà utilizzare al meglio la poca risorsa idrica disponibile; in Piemonte, l’indicazione dei principali enti consortili è di tornare all’irrigazione tradizionale almeno per quest’anno, operando le pratiche agricole che consentono la sommersione delle risaie già nel mese di aprile, non posticipandola a periodi in cui la disponibilità d’acqua potrebbe essere ancora minore.
La pianura di Vercelli, Novara e della Lomellina (vi si coltiva oltre il 90% della produzione risicola italiana, che rappresenta il 50% di quella europea) è un contesto unico al mondo (il cosiddetto “lago a quadretti”), caratterizzato da una rete di canali così fitta e tecnicamente virtuosa da essere considerata patrimonio ambientale, con una “moltiplicazione” della disponibilità idrica dovuta al fatto che la rete dei canali consente il riutilizzo per più volte delle stesse acque.
“Le giovani generazioni chiedono, attraverso i “#FridayForFuture”, maggiore impegno nel contrasto ai cambiamenti climatici. Anche per questo, l’innovazione continua nel settore risicolo deve trovare un punto di equilibrio tra nuove tecniche di coltivazione, disponibilità idriche ed esigenze ambientali” commenta Francesco Vincenzi, Presidente dell’Anbi.
(ANSA).