La rivoluzione è nel modo in cui viene coltivata la pianta, con uno sbalzo di temperatura dai -60°C ai 27°C. Così il frutto sarà piccolo e la buccia rimarrà morbida, sottile e molto dolce
Tokyo – Si chiama Freeze Thaw Awakening. E’ una metodologia di crescita delle piante di banano a -60 gradi, che poi vengono ripiantate a 27 °C. Lo sbalzo termico rende la buccia morbida e sottile.
Per ora solo i giapponesi della prefettura di Okayama potranno godere i frutti (è il caso di dirlo) di una ricerca che ha messo a punto la nuova tecnologia. I ricercatori sono partiti dalla varietà Gros Michel, coltivata in tutto il mondo fino a 50 anni fa, caratterizzata da un alto tasso di triptofano, vitamina B6, zinco e magnesio (oggi, invece noi mangiamo la varietà Cavendish).
La crio-banana, battezzata Monge, si coltiva in serra e eredita i valori nutritivi della Gros Michel, ma ha in più un sapore molto dolce, dimensioni più piccole (un frutto pesa in media 18 grammi) e buccia sottilissima.
Per ottenere questo risultati, i ricercatori giapponesi hanno affinato una tecnica particolarissima: gli alberi crescono in una sorta di freezer che le porta a -60 gradi e poi vengono ripiantati a 27, cioè la temperatura abituale a cui crescono subendo un forte sbalzo termico. Il rapido passaggio di temperatura consente ai frutti di crescere più velocemente e di sviluppare una buccia molto morbida, ma anche sottile e dolce. Decisamente squisita.
Coloro che a Okayama avranno la fortuna di assaggiare la nuova banana, la pagheranno piuttosto cara: dai 5 ai 6 dollari. Ma l’azienda produttrice punta a venderla nei supermercati di tutto il Giappone, Paese che finora produce solo il 10% della frutta che consuma.
Chiudiamo con una buona notizia per l’Italia: i consumi di frutta sono in crescita del 17% in 10 anni, arrivando a sfiorare le 840 mila tonnellate, secondo i dati di uno studio del Centro servizi ortofrutticoli. E il prodotto più gettonato è proprio la banana, seguita da ananas, mango e avocado.