TORINO – Un’azienda piemontese, Bisio Progetti, vince la causa contro la Nestlè e potrà produrre le sue capsule per caffè compatibili con il sistema Dolce Gusto, quelle della grande multinazionale svizzera. Lo hanno deciso i giudici del Tribunale di Milano, che hanno così chiuso una vicenda che si trascinava dal dicembre del 2016. Al centro della contesa c’era un noto tipo di capsule, le Dolce Gusto, un mercato che in Europa vale qualcosa come 5 miliardi di pezzi all’anno.
La Bisio Progetti fa parte del gruppo industriale Guala e si occupa di stampaggio ad iniezione di materie plastiche in ambito farmaceutico, medicale cosmetico e alimentare. In quest’ultimo ambito ha sviluppato una specifica competenza nella ricerca e sviluppo, progettazione e produzione di capsule per caffè e bevande solubili. Bisio Progetti ha chiuso il 2018 con un giro d’affari di 59 milioni di euro ed ha 200 dipendenti circa. Presidente è Stefano Guala e amministratore delegato Luigi Bisio.
Tre anni fa l’azienda si rivolge al Tribunale di Milano, Sezione Specializzata in Materia di Impresa, per “instaurare”, come si dice in linguaggio giuridico, una causa nei confronti della Nestlè. “Si tratta – spiegano i legali della Bisio, gli avvocati Alberto Camusso e Chiara De Cesero, dello studio Jacobacci e Associati di Torino – di un’azione di accertamento negativo della contraffazione dei brevetti. E’ uno strumento utile ed efficace per le imprese che vogliono superare situazioni di incertezza circa la legittimità dei loro prodotti, in modo da poter pianificare correttamente la produzione ed evitare a se stesse ed ai propri clienti contestazioni future e possibili attacchi giudiziari”.
I legali chiedono che i giudici si pronuncino sul fatto che le capsule per caffè e bevande solubili prodotte e commercializzate da Bisio Progetti, compatibili con il sistema Dolce Gusto di Nestlé, non costituiscono una contraffazione dei brevetti di Nestlé sulle capsule Dolce Gusto. La Nestlè è di parere contrario e ne nasce un lungo ed acceso dibattito giudiziale. Il Tribunale stabilisce che sia fatta una approfondita analisi tecnica, affidandola a un collegio di tre consulenti nominati dal Giudice Alima Zana.
Il 14 gennaio scorso viene emessa l’ordinanza: il Tribunale accoglie integralmente la tesi di Bisio Progetti ed accerta che le sue capsule non violano i brevetti Nestlé. La Nestlé non si arrende e appella l’ordinanza di primo grado. Ma anche questa volta perde. Il 12 luglio 2019, il collegio di Giudici del Tribunale di Milano rigetta il reclamo della multinazionale, confermando integralmente l’ordinanza cautelare del gennaio 2019 e quindi ribadendo che le capsule Bisio attualmente in commercio non violano i brevetti Nestlé, la quale è anche condannata al pagamento delle spese processuali. Decisione definitiva perché l’ordinanza di reclamo non è impugnabile.