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Blockchain racconta la mozzarellina fritta, da caseificio a bottega

(ANSA) – ROMA – La mozzarella, uno dei prodotti più tipici del made in Italy e della cucina romana, ora si racconta con moderne tecnologie. Dopo la ricetta della panzanella d’autore, quella dello chef Antonello Colonna col pomodoro Torpedino, il blockchain trova applicazione anche sulla mozzarellina fritta.

Il progetto di tracciabilità di questa tipicità della Capitale è stata presentato, al Mercato Centrale di Roma, da POsti, start up nella ristorazione all’avanguardia, e dalla Bottega del Fritto, con la partecipazione del direttore generale di Agro Camera Carlo Hausmann. Il progetto è realizzato in collaborazione con la Sapienza Università di Roma e l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata.

Nasce un data-base distribuito a tutti gli attori della filiera, dal caseificio Alan Farm di Pontinia (Latina) al trasportatore fino alla friggitoria Pastella fondata da Martino Bellincampi, una sorta di libro mastro 4.0 che garantisce trasparenza e immutabilità dei dati inseriti sul giorno di mungitura e lotto di produzione, data di filatura della mozzarella, e giorno di consegna al punto vendita finale. Agli operatori, tutti artigiani del gusto e piccole e medie imprese, il caricamento dei dati richiede pochi secondi che permettono poi ai consumatori l’accesso, tramite Qr Code, alle informazioni utili per consumo e scelte d’acquisto più consapevoli.

”Può sembrare fuori scala applicare il massimo della tecnologia a una mozzarellina fritta – ha detto Hausmann – ma è importante affermare un sistema di garanzia e di valorizzazione lungo la filiera dei prodotti tipici. Fino ad oggi c’è stato un effetto schermo che, nelle mense aziendali come nella ristorazione veloce e nei prodotti a marchio della grande distribuzione (private label), ci portano a scegliere un cibo in base a un ricordo, colore. Il blockchain è la patente che fa viaggiare i prodotti tipici perché con questa operazione-trasparenza possono far la differenza nella competitività e nel cambiamento culturale del consumatore. Con il web e l’e-commerce che hanno il merito di portare sul mercato anche piccoli stock agroalimentari e realtà fuori rotte commerciali valorizzando la freschezza o viceversa la stagionatura prolungata” ha sottolineato Hausmann.

”In futuro integreremo nel processo di tracciabilità – ha annunciato Virgilio Maretto, Ceo e co-founder della startup – i valori nutrizionali, con un focus sulla salute,volto a illustrare gli effetti non affatto rovinosi di un fritto fatto bene; e il processo di smaltimento degli oli di frittura, in una logica premiante la sostenibilità ambientale”.(ANSA).

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