(ANSA) – ROMA – Un’operazione della Polizia di Stato di Latina nei confronti di un’organizzazione criminale dedita allo sfruttamento del lavoro ed al caporalato ai danni di centinaia di stranieri impiegati in lavori agricoli in “condizioni disumane” ha portato a nuovi arresti. La misura cautelare, eseguita dai poliziotti della Squadra Mobile e del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, ha raggiunto, tra gli altri, un sindacalista ed un ispettore del lavoro operanti nella provincia di Latina.
L’obbligo di iscrizione al sindacato, dietro la minaccia del licenziamento, veniva fatto affinchè quest’ultimo “percepisse non solo le quote di iscrizione ma anche ulteriori introiti economici connessi alla trattazione delle pratiche finalizzate ad ottenere le indennità di disoccupazione”. I migranti venivano trasportati nei campi a bordo di pulmini sovraffollati, privi dei più elementari sistemi di sicurezza. Il sistema era retto anche grazie alla copertura di esponenti sindacali e dell’Ispettorato del lavoro infedeli. Oltre ai sei arrestati, vi sono ulteriori 50 indagati, tra cui imprenditori agricoli, commercialisti, funzionari ed esponenti del mondo sindacale, che avrebbero dovuto vigilare sulla legalità nel mondo del lavoro e tutelare i lavoratori.
“Le cooperative senza terra sono una realtà, purtroppo tollerata dalla legge, dove si annidano spesso sistemi di gestione del lavoro molto opachi. Per questo vanno sottoposte a un rigoroso controllo”. E’ quanto chiede in una nota del segretario generale della Uila-Uil, Stefano Mantegazza nel sottolineare che Fai, Flai e Uila si battono da anni affinché le istituzioni “aprano una guerra senza quartiere al caporalato e al lavoro nero in agricoltura e considerano la legge 199 del 2016 come un’importante conquista del sindacato e uno strumento essenziale per vincere questa guerra”.
La Flai Cgil si dichiara “al fianco dei lavoratori più fragili in condizione di ricattabilità e debolezza”. “Le straordinarie operazioni di ieri e oggi da parte delle forze dell’ordine a contrasto dei fenomeni di caporalato e sfruttamento a Matera, Colleferro, Latina, ci vedono fiduciosi – afferma Ivana Galli, Segretaria Generale Flai Cgil – sulla possibilità di contrastare efficacemente un sistema che scambia il lavoro con lo sfruttamento, il ricatto con la dignità”.
I braccianti del sud italia lavorano nelle stesse condizioni, ed in Italia ci sono nati e non entrati di prepotenza.
Come mai per loro nessuno si scandalizza?