L’Aperol Spritz è il drink dell’estate 2018 nella Grande Mela come scrive il New York Time. Aperol e Campari hanno un successo strepitoso negli Stati Uniti. Nel 2020 gli States potrebbero diventare il più grande mercato di Aperol
L’Aperol Spritz è il drink dell’estate 2018. A New York sicuramente. A scriverlo è il New York Times e la notizia è stata ripresa da “L’Economia” del Corriere della Sera. E lo hanno animato numerosi post con l’hastag Aperol che nei mesi scorsi hanno animato Instagram. Oggi in America lo spritz sta trainando il mercato degli alcolici. Secondo gli analisti di Berenberg, gli Stati Uniti diventeranno il terzo mercato per l’alcolico di casa Campari, con una crescita di consumi che a fine 2018 si stima possa raggiungere il 100 per cento. Nel 2020, gli States potrebbero superare l’Italia nel consumi di Aperol.
Molto spesso ci è capitato di parlare di Spritz, ma poche volte ci siamo soffermati sulla storia e l’origine di questo aperitivo. Conosciuto ormai in tutta la Penisola, questo cocktail si è originato in tutta probabilità nella zona del Triveneto, dove tuttora è molto apprezzato. L’unica incertezza, che lascia in sospeso ogni quesito sulla vera nascita dello Spritz, sta nel trovare la mano del primo creatore di questa frizzante miscela a base di bollicine. Sull’origine di questo popolarissimo aperitivo si è scritto di tutto e forse di più. Immaginate un territorio a stretto contatto con le truppe austro-ungariche in pieno ’800, e aggiungete dei soldati (e dei diplomatici) non proprio abituati all’alta gradazione dei vini veneti. Come fare a stemperare l’intensità dell’alcool? Naturalmente allungando la bevanda. Così il vino venne diluito inizialmente con dell’acqua, e poi con del seltz, ancora oggi alla base dello Spritz. Se siano stati gli stessi soldati a inventare il miscuglio, o se siano stati gli osti delle locande venete a dare avvio alla variante, rimane un mistero. Ad ogni modo, l’origine del termine è quasi sicuramente austriaco-tedesca, forse dal verbo spritzen “spruzzare”, in proprio in allusione all’aggiunta dell’acqua.