(ANSA) – PARMA, 11 APR – In un quadro generale di consumi stagnanti del Largo Consumo Confezionato (+0,1% a valore, -0,6% a volume nel 2018), il segmento premium, cioè i prodotti dell’agroalimentare percepiti di alta qualità e che più pesano sullo scontrino ha raggiunto una quota a valore del 19,6% con un incremento del 2,9%. Lo ha evidenziato, nel convegno organizzato da Gruppo Food e da Fiere di Parma in occasione di Cibus Connect, Marco Limonta, Business InsightDirector di Iri.
L’evoluzione del concetto di premium presso il consumatore è stato inoltre illustrato da Linda Corbetta, Head of BU-Qualitative Doxa, attraverso le tante declinazioni di questa importante fascia di offerta: biologico, artigianale, sicuro, sostenibile, buono. Un patrimonio di autenticità sempre più apprezzato anche all’estero, come hanno dimostrato le testimonianze degli operatori internazionali BrandM e Jumbo Supermarkten, protagonisti di partnership di successo rispettivamente con Mutti e Gruppo Petti-ItalianFood.
Mentre l’esperienza del presidio della fascia premium nella marca del distributore è stata raccontata da Roberto Nanni, Responsabile Strategia Prodotto Coop, con l’esempio della linea di vini tipici: una gamma di 17 etichette destinata a crescere, in cui il brand “Fior fiore” affianca il marchio del produttore garantendo la totale tracciabilità di filiera. Valorizzazione della monocultivar italiane dell’olio e birre saranno alcune delle prossime aree di sviluppo dell’offerta premium firmata Coop.
Le strategie dell’industria di marca sono state infine al centro della tavola rotonda animata dagli spunti offerti da Guido Cristini dell’Università di Parma con le testimonianze di De Cecco, Eridania e Zanetti. (ANSA).