Bisogna pensare a misure efficaci per stabilizzare il mercato del vino, dice Pace Perusini
«Dopo la “distrazione” di quasi 52 milioni di euro di aiuti destinati originariamente al comparto vitivinicolo, da parte del Ministero dell’agricoltura, ora arriva un Decreto da 9,54 milioni di euro per lo stoccaggio dei vini sfusi a Docg, Doc e Igt, già certificati. Un “aiutino” che va pure bene ma che, ancora una volta, ha premialità troppo basse e non invoglia certo i produttori ad aderire», è il primo commento che arriva da Michele Pace Perusini, coordinatore della Sezione economica vitivinicola di Confagricoltura Fvg, in relazione ai nuovi aiuti ministeriali in arrivo per il settore alle prese con le giacenze di cantina a seguito della crisi economica dovuta alla pandemia. Il testo è stato appena approvato in Conferenza Stato-Regioni.
«Nei tempi giusti, per tutte le misure antipandemiche fin qui attuate, Confagricoltura aveva richiesto delle premialità più alte, ma il Mipaaf ha sempre deciso di muoversi in maniera diversa. Il nostro comparto è strategico in termini di valore, manodopera occupata e immagine del “Made in Italy” con ricadute enormi sull’indotto che va dall’industria dei macchinari per l’imbottigliamento ai produttori di profilati in acciaio per gli impianti, eppure non viene tenuto in debita considerazione. Dal nostro punto di vista – conclude Pace Perusini – sarebbe maggiormente opportuno prendere in considerazione un secondo bando di distillazione (come stanno facendo altri Paesi europei) per iniziare a pensare sin d’ora a una stabilizzazione del mercato dei vini e, nel lungo periodo, della vendemmia 2021 che da qualche parte dovrà pur essere stoccata».
Le quantità di vino per cui si chiede la misura non possono essere inferiori a 100 ettolitri e non superiori a 4 mila ettolitri. Per Docg e Doc, l’importo dell’aiuto è fissato in 0,06 euro a ettolitro per giorno; mentre per gli Igt è di 0,04 euro/ hl/giorno. Per tutti, il periodo di stoccaggio sarà, a scelta del produttore, al massimo di sei mesi.