(ANSA) – ROMA, 25 GEN – Valorizzare gli scarti della filiera
vitivinicola utilizzandoli in cantina per ridurre i costi di
trattamento dei rifiuti e produrre energia elettrica pulita. E’
il progetto BioVale -BIOraffineria: VALore aggiunto dei
sottoprodotti Enologici- promosso dal Dipartimento di Scienze e
Tecnologie Chimiche dell’Università di Roma Tor Vergata, in
collaborazione con l’Associazione Donne della Vite e finanziato
dalla Fondazione AGER-Agricoltura e Ricerca. Punto cardine
saranno i due incontri del 29 gennaio a Soave nel veronese e il
30 gennaio a Poggibonsi nel senese, per mettere in contatto il
mondo della ricerca, dell’industria e dell’enologia. La filiera
vitivinicola, che produce sottoprodotti e scarti come i raspi,
le vinacce, le fecce e le acque di lavaggio della cantina, può
essere ripensata in una nuova ottica di economia circolare, con
l’introduzione del concetto di bioraffineria.