ROMA – Un cartoccio di patatine fritte con sopra uno squaglio di formaggio: è questa l’immagine con cui l’Onu ha voluto lanciare l’allarme sulla “mondializzazione dell’obesità”. La preoccupazione e gli sforzi che da anni si fanno contro la fame nel mondo hanno cominciato a correre insieme alla prevenzione dell’obesità, un problema che riguarda ogni parte del Pianeta. Il direttore generale della Fao, Josè Graziano Silva ricordando l’obiettivo numero 2 dell’agenda per lo sviluppo durevole, la cancellazione di ogni forma di malnutrizione, ha sottolineato come ormai non ci si può più concentrare solo sulla lotta alla fame.
“Il tasso di persone sovrappeso e obese non cessa di aumentare nel mondo – ha detto – e mentre la fame riguarda zone circoscritte l’obesità è ovunque”. Basti pensare che dei 20 Paesi dove l’obesità è aumentata più rapidamente 8 sono africani. Nel mondo, infatti, sottolinea la Fao, si consumano sempre più alimenti industriali, estremamente lavorati che contengono poco nutrimento ma molti grassi, zucchero, sale e additivi chimici. Gli ultimi dati Onu parlano di 821 milioni di persone che soffrono la fame (11% della popolazione mondiale) a fronte di 2 miliardi di persone sovrappeso di cui 672 milioni gli obesi. Sono 3,4 milioni le persone che ogni anno muoiono per problemi legati all’obesità. Secondo la Fao, dunque “l’obesità va affrontata come un problema sociale e non come il problema di un singolo”.
Per sensibilizzare le istituzioni su questo problema sono in programma nelle prossime settimane numerosi eventi sull’alimentazione. Il 23 e 24 aprile, ad esempio, la Fao insieme all’Oms e l’organizzazione mondiale del commercio organizzeranno un Forum internazionale sulla sicurezza degli alimenti. Alla fine di Maggio, invece, l’Onu lancerà un’iniziativa sull’agricoltura familiare. Infatti la Fao ha annunciato che la promozione delle innovazioni in agricoltura e la lotta contro ogni forma di malnutrizione saranno le priorità della sua azione nei prossimi due anni.