(ANSA) – CAGLIARI, 21 MAR – Ottavio ha 45 anni, parla solo il sardo, non è quasi mai uscito dalla sua casa. La madre, non vedente, fino a quando era in vita trascorreva i pomeriggi con lui seduta, tenendolo per mano. Alessandro di anni ne ha 35, è il più piccolo di 12 fratelli, vive nel quartiere San Michele di Cagliari, anche lui ha trascorso gran parte della propria vita in casa, senza fare grandi attività o avere relazioni sociali se non con i familiari. Come lui Mirko di Quartu o Jessica di Monserrato.
Tutti hanno due cose in comune: sono affetti dalla sindrome di Down e fanno parte della Polisportiva Olimpia Onlus, un’associazione che si occupa di persone con disabilità, cercando di offrire loro percorsi alternativi di vita non solo sportiva. Proprio in quest’ottica oggi, nella giornata mondiale della sindrome di Down, l’associazione, in collaborazione con il bar Pancaffè di Cagliari, ha regalato a un gruppo di ragazzi una giornata di lavoro dietro il bancone.
Così Jessica dalle 8,30 ha iniziato a servire i clienti consegnando il pane, Ottavio è diventato un cameriere provetto, portando ai tavoli caffè e brioche e poi ripulendoli; Roberto e Alessandro si sono occupati di preparare caffè, cappuccini e spremute, mentre Mirko, barman per un giorno, serviva i clienti più esigenti. Un’atmosfera di festa quella che si respirava nella sale del bar, una giornata tra lavoro e gioco vissuta con emozione dai ragazzi dell’associazione, dai dipendenti e dal titolare Riccardo Schirru, ma soprattutto dai clienti. Nessuno è riuscito a trattenere la gioia nel vedere Alessandro preparare con velocità e precisione un caffè macchiato per poi poggiarlo sul bancone, esclamando, ad alta voce con aria soddisfatta: “prego questo è per lei”.
Facce sorridenti e felicità contagiosa per chiunque in giornata è entrato nel bar. “Non avevamo mai lavorato prima – hanno detto – stiamo consegnando le paste, preparando i cappuccini. È bellissimo”. (ANSA).