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Il piatto di Federico II tra storia e cultura gastronomica

A Monselice (PD) presentata la terza edizione di una iniziativa che vede la partecipazione anche di altri luoghi simbolo dell’imperatore svevo: Jesi, dove è nato, Altamura dove ha edificato una cattedrale e Palermo dove è sepolto

Dopo il successo delle  prime due  edizioni (2021 e 2022) il “Piatto di Federico II” punta a crescere ampliando i confini territoriali per coinvolgere i comuni di Jesi, Altamura e Palermo.  Il primo è il luogo dove l’imperatore Federico II è nato, il secondo è l’unica realtà dove il sovrano svevo ha edificato una cattedrale ed il terzo è la città dove è sepolto.

Tali tre luoghi,  dove ancora oggi sono riscontrabili tracce indelebili del suo passaggio, hanno già suggellato un accordo di collaborazione con Monselice, e stanno già attrezzandosi per valorizzare a loro volta il patrimonio storico, artistico, paesaggistico ed enogastronomico che le contraddistingue.

“Piatto di Federico II”: tramanda  storia e tradizioni di Monselice

La terza edizione della manifestazione –  promossa  dall’Assessorato alla Giostra del Comune di Monselice che ha visto il coinvolgimento della Giostra della Rocca, dell’Ascom Confcommercio e della Pro Loco della città euganea – è stata presentata nei giorni scorsi nei locali di Cà Emo, una bella Villa di Monselice che si trova a poche centinaia di metri dal centro storico.

Al centro Giorgia Bedin sindaco di Monselice

Presenti,  oltre al sindaco di Monselice Giorgia Bedin ed all’Assessore alla Giostra Luca Piccolo, anche i rappresentanti, collegati da remoto,  dei comuni di Jesi, Altamura e Palermo. All’inizio del 2024 saranno indicate anche le date, le linee guida ed i ristoranti partecipanti alla terza edizione del “Piatto di Federico II”.

Le due prime edizioni sono state vinte rispettivamente dall’Osteria Contemporanea Origini e dal Ristorante Egina – Coffee Wine Food, entrambi nel centro storico di Monselice. Il primo, con alle spalle una storia di 150 anni si trova nella centralissima Piazza Mazzini ed il secondo in via Cesare Battisti.

Il sindaco Bedin: vogliamo preservare l’eredità federiciana

<<Monselice- ha sottolineato il sindaco Bedin – è l’unica città del Nord Italia a possedere un Mastio Federiciano ed una cinta muraria fatta realizzare da Federico II. Per questo l’Amministrazione Comunale promuove una serie di iniziative legate alla Giostra, compreso il Piatto di Federico II: appuntamenti importanti dedicati all’eredità federiciana nella città, che offrono lo spunto per ripercorrere la storia valorizzando anche la parte gastronomica, volta alla crescita economica e turistica della città>>.

<<Nell’ottica di un’evoluzione del Piatto di Federico II – ha evidenziato l’assessore Luca Piccolo – vogliamo dare valore all’iniziativa ed esportarla nelle altre regioni italiane dove ha soggiornato l’imperatore. Il format è vincente e dà lustro alle amministrazioni comunali in quanto accrescere la conoscenza del territorio, dal turismo gastronomico a quello degli eventi e dell’arte. Monselice inoltre vuole dare ulteriore sviluppo alla ristorazione coinvolgendo le attività economiche del territorio, facendosi conoscere a livello nazionale, coinvolgendo altre realtà al fine di creare il percorso di Federico II>>.

Foto della conferenza stampa che si è svolta nei locali di Cà Emo. A sx l’assessore alla Giostra  Luca Piccolo ed al centro Maurizio Drago

Tante le attività in programma

Il progetto nato da una felice intuizione di Maurizio Drago, giornalista enogastroturista, di Riccardo Ghidotti , storico monselicense, e dell’assessore Luca Piccolo  – “tre amici al bar” secondo le parole di Ghidotti – si propone di fare conoscere a livello nazionale le numerose iniziative messe in campo annualmente da Monselice, come la Giostra della Rocca e gli eventi ad essa collegati, le attività enogastronomiche dei ristoranti, la valorizzazione delle tipicità. Adesso, con la terza edizione, viene “esportato” nei luoghi simbolo dello Stupor Mundi, promuovendo e incentivando la ristorazione del territorio.

Infatti “Il Piatto di Federico II” è partito nel 2021 con il proposito di dare ulteriore valore al territorio ed alla sua ristorazione mediante il coinvolgendo dei cuochi di ristoranti, trattorie, agriturismi e punti di ristoro – nelle prime due edizioni solo di Monselice – che si sono cimentati nella realizzazione di un piatto con ingredienti e prodotti in uso nel Medioevo, ai tempi dell’Imperatore svevo.

Con la terza edizione la platea si allarga coinvolgendo anche gli chef di Altamura, Jesi e Palermo che si metteranno alla prova per mettere a punto invitanti ricette con i prodotti conosciuti all’epoca, ed apposite giurie, seguendo il regolamento monselicense, decreteranno i migliori Piatti. Contemporaneamente, verrà valutato anche il vino più consono per gli abbinamenti.

Lo storico Riccardo Ghidotti intervistato da Federica Pagliarone giornalista e responsabile ufficio stampa Il Piatto di Federico II

Federico II e le sue sperimentazioni culinarie

<<L’imperatore Federico II – ha argomentano lo storico Ghidotti  – è stato un personaggio storico con molti meriti ma molto controverso. Era però talmente moderno ed al passo con i suoi tempi che se fosse vissuto al giorno d’oggi avrebbe sicuramente usato tutte le nuove tecnologie a disposizione. Significativa è stata la sua attenzione verso Monselice ed il territorio circostante a cui  ha concesso la “Camera Speciale Imperiale”. Era anche un appassionato della buona tavola. Amava particolarmente la frutta (mele, pere ed anche meloni) la selvaggina ed il pesce mentre non apprezzava la carne di cinghiale. La tradizione  – sono sempre parole di Ghidotti – tramanda piatti medievali, ad esempio, la gradevolissima zuppa del priarolo a base di cinque cereali (era il pasto consumato dai lavoratori delle cave di trachite), la trippa porrata a base di porro, il pollo ruspante arrosto o lessato, i fagioli detti Cenerini dal guscio sottile con l’occhiolino nero, i capperi che spiccano sulle mura di Monselice importati da Federico II dalle terre del sud, il lattonzolo degli Euganei, il fegato porrato, lo stinco di cinghiale. Per i dolci le mandorle portate da Federico II, la mostarda di Monselice, meno agra della vicentina e meno dolce della cremonese>>.

<<Federico II – ha argomentato Anna Maria Pellegrino, presidente dell’Associazione Italiana Foodblogger – è stato anche un nutrizionista ante litteram ed è stato capace di integrare al meglio i saperi ed i sapori della tradizione latino-germanica con quella siculo-mussulmana-ebraica>>.

Il progetto: da Monselice a Palermo…. passando per Jesi ed Altamura

 Il “Piatto di Federico II”, intende allargare i confini territoriali di Monselice e arrivare nelle città dove lo “Stupor Mundi” ha lasciato il segno. Si punta alla creazione e alla valorizzazione di nuovi piatti creati dai cuochi del territorio, incentivando la cultura enogastronomica locale.

Si inizia con la città di Jesi, nell’anconetano, dove Federico II è nato il 26 dicembre 1194. La Fondazione Federico II di Jesi collabora con Monselice già da qualche anno. Nei primi mesi del 2024 è in programma un incontro che avrà come tema: “La nascita di Federico II, la sua storia e la valorizzazione dei prodotti e delle cucine del territorio ove l’imperatore passava”. 

Si proseguirà quindi con la città di Altamura in provincia di Bari, dove lo Stupor Mundi ha realizzato la cattedrale.  Qui il tema sarà legato al bello dell’architettura nel medioevo federiciano.

Per poi andare a Palermo, il capoluogo siculo che deve molto all’imperatore, dove si affronterà l’argomento: “La contaminazione del cibo. Dai paesi africani e asiatici a quelli europei: la prima “globalizzazione” ai tempi di Federico II”.

<<Questo progetto di comunicazione – ha chiuso Franca Tacconi, direttrice del Centro Studi Federiciani della Fondazione Federico II Hohenstaufen – è entusiasmante per la Fondazione perché riteniamo che sia una grande fortuna aver trovato degli interlocutori così intraprendenti e professionali. Con questo iter progettuale, infatti, credo che si possa raggiungere un’ottima e proficua sinergia sia sul piano orizzontale, in quanto sono coinvolti i settori politici, enogastronomici, sociali e culturali, sia in senso verticale perché l’obiettivo è indirizzato a promuovere i principali poli federiciani: Jesi la città di nascita, Monselice la città dove è transitato, Altamura l’unica città dove ha edificato una cattedrale, Palermo il luogo in cui è sepolto. Mi auguro, quindi, che questo sia l’avvio di un concreto percorso volto ad attrarre numerosi visitatori verso le destinazioni federiciane>>.

 

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