Le merendine sono le “discendenti”, su scala industriale di crostata, torta margherita e ciambellone. Ingredienti simili e analogo procedimento di preparazione. Eppure, spesso sono contrapposte ai dolci preparati in casa, come fossero due cose completamente diverse.
In realtà una diversità importante esiste e per raccontarla Unione Italiana Food – l’associazione che rappresenta le principali imprese italiane produttrici di merendine e che da anni porta avanti una campagna d’informazione sul sito www.merendineitaliane.it – ha commissionato una ricerca alla Doxa per scoprire il diverso approccio delle mamme italiane tra i due prodotti quando devono preparare la merenda per i propri figli.
Se mangiamo una merendina – anche grazie all’etichetta – possiamo conoscere tutte le informazioni per inserirla correttamente nella nostra alimentazione. Ma quando tagliamo una fetta di dolce fatto in casa per i nostri figli (o per noi) qual è la porzione che stiamo mangiando? Dove si ferma il taglio del coltello? Quanti grammi di prodotto finiscono in bocca ai nostri figli?
È quanto ha voluto evidenziare questa inedita ricerca BVA Doxa – Unione Italiana Food intitolata “La porzionatura nei dolci non confezionati per la merenda di mamme e bambini”, che ha identificato, attraverso un’indagine su un campione (rappresentativo del panel nazionale) di 600 mamme di bambini dai 5 ai 13 anni, le porzioni effettive di crostata alla marmellata e di ciambellone che le mamme italiane tagliano per la merenda dei propri figli e per la propria.